La presidente Alessandra Todde ha scritto lungo post sui social per fare chiarezza su quanto la Regione Sardegna si stia adoperando per salvaguardare l’isola dalla speculazione energetica.

In particolare per spazzare via i dubbi sull’efficacia della legge che, come spiegato prima e durante l’iter di approvazione, blocca per 18 mesi le procedure di richiesta di installazione di nuovi impianti eolici e fotovoltaici.

“Dallo scorso 3 luglio il DL “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali” è legge, una legge transitoria collegata al resto delle misure su cui stiamo già lavorando: piano energetico regionale, completamento del piano paesaggistico regionale e definizione – entro 180 giorni – della mappa delle aree idonee ad ospitare gli impianti. La legge pone sul territorio sardo ogni «il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili» e si applica pure laddove «sono in corso, alla data di entrata in vigore della presente legge, procedure di autorizzazione di impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili» tanto che, da quando ci siamo insediati, non sono state rilasciate nuove autorizzazioni né a livello regionale né a livello nazionale. La stragrande maggioranza è stata di fatto bloccata dalla legge 5. Fatti, non parole. Leggi e non supposizioni”.

La legge transitoria di salvaguardia non blocca – e non avrebbe potuto bloccare – le opere già autorizzate e per le quali i lavori sono iniziati precedentemente alla sua approvazione.

Pertanto Todde ritiene pretestuose e non ricevibili le polemiche suscitate nelle ultime settimane. E spiega che “l’impianto eolico di Villacidro è un’infrastruttura autorizzata nel 2020 e per la quale i lavori sono partiti ad aprile 2023 sotto la giunta Solinas”.

Infine lancia un j’accuse abbastanza diretto: “Chiunque sostenga il contrario è in malafede e cerca di portare l’opinione pubblica, alimentando odio e paura, nella direzione che più gli conviene. Non certo per questioni ideologiche, ma per ben più concreti e redditizi interessi personali”.

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