“L’anno scorso fu necessario un emendamento soppressivo per evitare l’assoggettamento al regime Iva da parte delle associazioni del terzo settore, ma come un anno fa, il Parlamento, nell’ambito del decreto fiscale approvato in Senato, riprova a introdurre la norma legando la decisione alla procedura d’infrazione europea del 2010 arrivata a seguito di un non corretto recepimento della direttiva comunitaria sull’Iva del 2006”. A sostenerlo il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Fausto Piga, che si dice assolutamente contrario alla proposta parlamentare.
“Spero che il Parlamento metta in campo ogni misura utile per rivedere il provvedimento – commenta Piga, il terzo settore va sostenuto e non ucciso. È assurdo paragonare fiscalmente il terzo settore con le attività economiche ai fini di lucro, questa novità tra l’altro non porterà nessun beneficio alle casse dello Stato, ma solo nuovi adempimenti burocratici”.
Nel dettaglio, il nuovo decreto fiscale entrerà in vigore il 1°gennaio 2022 e prevede per le associazioni del terzo settore, nei servizi prestati e i beni ceduti dagli enti nei confronti dei propri soci, una rendicontazione più articolata con il passaggio dal regime di esclusione Iva a uno di esenzione.
“La politica deve lavorare in modo trasversale e unitario per valorizzare e promuovere il ruolo del terzo settore e dei suoi volontari – prosegue il consigliere regionale -, la nuova norma va rivista perchè mette a rischio la sopravvivenza di tante associazioni, molte delle quali svolgono anche ruoli sociali delicati per coprire l’assenza o l’inadeguatezza del pubblico”.
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