Massimo Cellino non ha dubbi sull’innocenza di Nainggolan, finito nel mezzo di un caso internazionale che ha riguardato il traffico di sostanze stupefacenti.
Da ieri il centrocampista è tornato in un regime di libertà, seppur vigilata, e l’ex presidente del Cagliari ai microfoni del Corriere della Sera ha voluto dire la sua:
“Quando mi è apparsa la notifica sul cellulare ho pensato di primo acchito a un titolo acchiappa click. Mi sono chiesto se fosse uno scherzo. Darei un braccio, convinto della sua integrità” ha esordito Cellino.
“Ha grande valore morale – prosegue l’attuale presidente del Brescia – È un ragazzo con un’intelligenza fuori dal comune, purtroppo non sfruttata appieno. Parla 7-8 lingue, ma è stato costretto a crescere troppo in fretta. Abbandonato dal papà, ha dovuto gestire il trauma dell’eutanasia per la mamma colpita da un male incurabile. Si è occupato della sorella e quando era a Cagliari era il primo a regalare 10 euro ai magazzinieri”.
“Il suo problema – conclude Cellino – è essere un ragazzo fragile, poco resistente alle tentazioni. Non è mai stato abile a scegliere le frequentazioni, anzi ha scientificamente puntato sulle peggiori”.
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