Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la legge 1 del 2024 della Sardegna, approvata nell’ultima seduta della legislatura, che contiene disposizioni varie in materia di promozione turistica, sanità e altro. Si tratta della 21esima legge bocciata della legislatura uscente.
Nella motivazione si legge che la Regione Sardegna, anche se provvede con risorse proprie al finanziamento della spesa sanitaria, non può stabilire “una remunerazione in favore degli operatori privati accreditati, oltre i tetti di spesa assegnati e oltre il limite massimo di spesa previsto dalla vigente normativa nazionale sulla riduzione dell’acquisto di volumi di prestazioni sanitarie da privati accreditati per l’assistenza specialistica ambulatoriale e per l’assistenza ospedaliera, in un’ottica di spending review, con obiettivi di contenimento della spesa pubblica, per tutte le regioni e province autonome”.
I punti contestati in materia sanitaria prevedono infatti che le risorse residue nei bilanci di Ats in liquidazione, circa 3,3 milioni di euro, siano trasferite all’Ares e che l’Ares poi destini in totale 5,8 milioni, a valere sul 2024, agli enti erogatori privati, facendo riferimento alle legge 1 del 2023.
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