Lutto nel mondo della cultura italiana. All’età di 89 anni ci ha lasciato Alberto Asor Rosa, tra i critici letterari di maggior rilievo del Novecento fino ai giorni nostri.
A lungo docente di Letteratura italiana all’Università di Cagliari poi alla Sapienza di Roma, Asor Rosa ha scritto numerosi saggi politici e storici, è stato ideatore e curatore della Letteratura italiana di Einaudi e autore di narrativa.
Tantissimi gli interventi a favore di una scuola inclusiva, che formasse gli alunni come “classe”. Soltanto nel 2020 scriveva su Repubblica: “Io non credo che esista strumento pedagogico più straordinario, sia dalla parte dello studente sia dalla parte dell’insegnante, della classe”.
Di formazione marxista, Asor Rosa inizia ben presto a collaborare con Quaderni rossi, Classe operaia, Laboratorio politico e Mondo nuovo. È stato direttore della rivista Contropiano (1968) e, dal 1990, del settimanale del PCI Rinascita.
Nel 1956, allo scoppio della rivoluzione ungherese, il professore è tra i firmatari del Manifesto dei 101, che attaccano duramente l’intervento sovietico. Dieci anni dopo, col saggio Scrittori e popolo critica quello che egli ritiene il filone populista presente nella letteratura italiana contemporanea: nel mirino finisce anche il romanzo di Pasolini Ragazzi di vita.
Dal ’79 all’80 è deputato nelle fila del Partito Comunista Italiano.
Una volta abbandonata l’attività didattica nel 2003, si dedica alla narrativa pubblicando i romanzi L’alba di un mondo nuovo (Einaudi, 2002), Storie di animali e altri viventi (Einaudi, 2005) e Assunta e Alessandro (Einaudi, 2010).
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