Il Centro Studi Agricoli lancia una petizione popolare indirizzata al presidente Solinas e all’assessora all’Agricoltura Murgia, per richiedere che alla Sardegna venga riconosciuto la stato di emergenza agricola. “I moduli saranno distribuiti in tutto il territorio regionale ed entro breve contiamo di raccogliere oltre 20mila firme”, dichiara il presidente del Centro Studi Agricoli Tore Piana.

“Oggi tutti stanno sottovalutando la situazione di crisi nel mondo delle campagne – continua Piana – con l’aumento dei prezzi di mangimi, concimi, energia elettrica, inoltre la siccità che sta colpendo la Sardegna non fa presagire nulla di buono per il futuro. Ecco che oggi e non domani, servono misure immediate, alcune di competenza della Regione Sardegna e alcune di competenza del Governo nazionale dietro richiesta della Regione”.

La petizione riporta numerose richieste, quali: la riduzione del 90% dei ruoli consortili dei consorzi di bonifica agli agricoltori che hanno terreni nei compressori irrigui. E per riduzione si intende sia per il costo dell’acqua che per i ruoli di gestione, per chi coltiva colture sia da granella che foraggere. Serve, poi, una deroga da parte del Governo, affinché nel prossimo bando nazionale sul PNRR relativo ai tetti fotovoltaici nelle aziende agricole, l’incentivo sia del 90%, indistintamente che si tratti di giovane agricoltore o meno.

Il Centro Studi Agricoli chiede inoltre: la modifica all’interno della PAC 2023/2027, nell’Eco schema 1 livello 2, con l’inserimento del comparto ovi-caprino oggi escluso; lo sgravio dei contributi Inps a tutti gli imprenditori agricoli, per gli anni 2022 e 2023,  con sede fiscale in Sardegna; una deroga da parte del Governo per poter consentire di anticipare il 70% dei premi della PAC e del PSR entro 30 giorni dall’inoltro della domanda, da parte dell’imprenditore agricolo; la formazione, ad opera della Regione, di una task force di tecnici che sblocchino e inviino al pagamento, entro 60 giorni, tutte le pratiche PSR e PAC, oggi non istruite e/o bloccate; una delega, nel solo caso di emergenza alimentare decretata dalle Camere nazionali, che consenta di requisire coattivamente l’uso agricolo di superficie dei terreni oggi incolti, per un periodo di anni 20, con un canone di fitto al proprietario, da stabilirsi in forma agevolata e che l’assegnazione avvenga attraverso un pubblico bando, sul modello ISMEA. Infine si chiede che la Regione Sardegna promuova e incentivi la sottoscrizione di contratti di filiera per le produzioni agricole, con un contributo alla produzione.

“Come direttivo, siamo molto preoccupati del silenzio che su questa situazione si è creato, noi come CSA stiamo raccogliendo le difficoltà nelle nostre riunioni che su tutto il territorio sardo stiamo organizzando”, conclude Tore Piana.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it