Nella giornata di sabato 23 ottobre a Sassari, nella scuola dell’infanzia M.Mameli, si è svolta la “Giornata di festa dedicata alla conoscenza dell’agnello di Sardegna IGP buono, sano e garantito”. Un incontro informativo in una scuola che ha scelto di inserire i prodotti tipici e l’agnello di Sardegna IGP nel menù della mensa, con l’intervento di una nutrizionista che ha spiegato l’importanza della carne per un’alimentazione completa.
C’è però chi non ha gradito questa iniziativa. Tra queste, la tortonese Paola Re, già nota per le sue battaglie ambientaliste e animaliste, che ha scritto una lettera in cui esprime tutta la sua contrarietà all’inserimento della carne d’agnello sardo nelle mense scolastiche. “Non so quali siano le fonti cui abbia attinto la nutrizionista – scrive l’animalista – e soprattutto non ho la competenza per esprimere giudizi in questo ambito pertanto consiglio la consultazione della letteratura scientifica che da parecchi anni invita a consumare cibi vegetali al posto di quelli animali per innumerevoli ragioni”.
Tra gli studi che Paola Re cita ci sono quelli delle organizzazioni Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) e Oms (Organizzazione mondiale della sanità). “A proposito di carne di agnello – prosegue -, lo Iarc inserisce le carni salate, essiccate, affumicate tra gli agenti che provocano tumori. Mangiare carne lavorata (salsiccia, prosciutto, hamburger, salame, pancetta) e la carne rossa (manzo, vitello, maiale, agnello) può causare il cancro. Ciò è stato confermato dall’Oms, attraverso la sua Agenzia per la Ricerca sul Cancro”.
“Non sarà certamente una porzione di carne d’agnello inserita settimanalmente in una mensa scolastica a nuocere alla salute dei bambini – afferma – ma il messaggio che manda questo progetto è pessimo, proprio perché va contro le linee guida di enti riconosciuti a livello mondiale. Chi alleva animali e produce cibo animale, dovendo difendere la propria attività a fini di lucro, prescinde da qualsiasi discorso salutistico per raggiungere il profitto”.
“In questo – continua – la Sardegna fa la sua parte egregiamente. L’agnello è l’animale che si mangia sempre di meno ma la Sardegna non vuole rinunciare a questa ‘eccellenza gastronomica’ e non sa più che cosa inventare per stimolare il consumo di questo ‘prodotto’, che nasconde una crudeltà inaccettabile. Anziché dare un segnale di apertura mentale e prendere le distanze da questa strage quotidiana di cuccioli, la incoraggia, addirittura in una scuola dell’infanzia”.
“Gli agnelli vengono strappati alle madri – denuncia – e, se non sono macellati localmente, sono costretti a lunghi ed estenuanti viaggi, stipati su camion, in condizioni di orribile sofferenza per arrivare al macello in cui vengono immobilizzati, storditi con elettronarcosi (che non sempre fa effetto, quindi possono essere ancora coscienti in punto di morte), appesi a un gancio e lasciati dissanguare. Prima della macellazione si dimenano, urlano, montano uno sopra all’altro, piangono terrorizzati. Nei loro sguardi si legge l’angoscia di una vita strappata e la consapevolezza dell’arrivo della morte. Ogni volta che si guardano queste immagini si avverte l’incapacità di trovare una spiegazione a tanto dolore. Dopo essere stati sgozzati, i loro corpi vengono lavorati velocemente diventando prodotti, pronti per essere venduti”.
“Tutto ciò non viene detto a bambini e bambine – commenta l’animalista -. L’occultamento è complice del distacco. Il distacco è complice della disinformazione. La disinformazione è complice della mistificazione. Ci vuole poco a trovarsi in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Se in questo circolo facciamo entrare bambini e bambine, siamo responsabili del disastro pedagogico che causiamo perché gli animali, che nel mondo infantile suscitano affetto, diventano cibo; ogni sentimento positivo nei loro confronti è rimosso, ogni sofferenza è negata nel silenzio imbarazzante di genitori e istituzioni”.
“Trattandosi di istituzioni scolastiche – conclude Paola Re -, propongo qualche stralcio di opere utili al corpo docente per la comprensione di quanto sopra”.
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