La tragedia di Ischia ha colpito tutti. Nella frana avvenuta all’alba di sabato 22 novembre, a Casamicciola Terme, sono morte otto persone. Ancora oggi si continua a scavare nel fango per recuperare i corpi di altre quattro persone che mancano all’appello.
Intanto la Procura di Napoli indaga sugli allarmi inascoltati. L’ex primo cittadino ha riferito di avere lanciato quattro giorni prima della tragedia delle pec alle autorità competenti (al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio di Casamicciola, al sindaco Manfredi e alla Protezione Civile della Campania) per avvertirle dei rischi che correvano i cittadini di Casamicciola a causa delle abbondanti precipitazioni previste.
Un fatto che ha suscitato lacrime e dolore, ma anche tanta rabbia e indignazione. Si poteva evitare questa tragedia? Saranno i giudici a stabilirlo.
Nel frattempo, però, c’è anche chi propone una riflessione necessaria, in un momento epocale, quello della crisi climatica, che sta mettendo in discussione tutto quel che finora era dato per scontato. I nostri stili di vita, in primis.
Nel suo profilo personale, il fotografo Angelo Pani fa un parallelo tra l’isola di Ischia e quella di Carloforte. La prima, fa notare, “ha una superficie di 47 chilometri quadrati ed è leggermente più piccola dell’isola di San Pietro la cui superficie raggiunge i 51 kmq”. Poi arriva al dunque: “Ma, mentre a Carloforte vivono stabilmente 5.953 abitanti, nell’isola campana se ne contano 62 mila. In entrambi i casi occorre sommare il numero dei turisti e, quando alle esigenze della popolazione si aggiungono fortissimi interessi economici, i risultati sono quelli visibili nel confronto tra le foto aeree delle due isole”.
Numeri che fanno pensare e che dovrebbero spingere a riflettere su quale futuro si intende costruire. “Tutto questo si chiama pressione antropica ma anche frane e lutti”, conclude il fotografo Pani.
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