I grandi leader del mondo si stanno scapicollando tra interventi e analisi per trovare una soluzione condivisa dai più sulla guerra in Ucraina. Le sanzioni Ue, a quanto pare, non hanno dato l’effetto sperato: Putin non arretra, non è disposto a nessun compromesso, e così fa Zelensky, con le differenze del caso.

Una soluzione al conflitto in atto, però, ci sarebbe, se solo si cambiassero i paradigmi con cui si guarda a quel che sta accadendo sotto gli occhi di tutti. Lo ha spiegato qualche giorno fa il filosofo e poeta Eugenio Mazzarella sul quotidiano Avvenire: “La conferenza dei rettori delle università italiane si rivolga alle università europee tutte – occidentali e russe – per pensare insieme un grande progetto Erasmus per tutti i nostri giovani”.

Un progetto che “nei prossimi decenni porti i giovani dei Paesi europei a studiare in Russia e i giovani russi a studiare nel resto d’Europa. Perché siamo Europa. Prepariamo il futuro. I nostri giovani, i nostri figli devono essere amici. La nostra generazione, e quelle che ci hanno preceduto, in Europa, nella grande Europa, di cui la Russia fa parte per la sua storia, la sua cultura, la sua religione, si è fatta reciprocamente i suoi torti. Loro non devono più farsene. L’Europa delle macerie del ‘900 non deve più poter tornare”.

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