In Evidenza Consulta ferma i commissariamenti Asl, bufera su Todde: “Caos totale”

Consulta ferma i commissariamenti Asl, bufera su Todde: “Caos totale”

La Corte costituzionale boccia la riforma sanitaria regionale ed è raffica di attacchi dalle opposizioni di centrodestra

La Corte costituzionale blocca la riorganizzazione del sistema sanitario in Sardegna e dichiara illegittimo il commissariamento delle aziende sanitarie disposto dalla Giunta guidata da Alessandra Todde. Una decisione destinata a pesare non solo sul piano giuridico, ma anche su quello politico, colpendo al cuore una delle riforme simbolo dell’esecutivo regionale a trazione Movimento 5 Stelle.

La legge regionale, approvata nei mesi scorsi, era stata impugnata dal Governo ad aprile per la previsione della decadenza automatica dei vertici delle Asl, configurata come una forma di spoils system ritenuta incompatibile con la normativa nazionale. La Consulta ha ora dato ragione all’esecutivo di Giorgia Meloni, mettendo nero su bianco l’illegittimità del meccanismo di commissariamento generalizzato.

La sentenza arriva in un momento delicato per la presidente Todde, che dopo la revoca dell’incarico all’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi aveva assunto personalmente l’interim, rafforzando il proprio ruolo politico sulla riforma. Un percorso che aveva già prodotto fratture evidenti nella maggioranza di campo largo: il Partito Democratico, infatti, aveva disertato l’approvazione delle nomine dei commissari, denunciando fin dall’inizio debolezze tecniche e giuridiche del testo.

Le reazioni

Durissima la reazione del centrodestra. Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Affari sociali della Camera, parla di “fallimento politico e amministrativo certificato dalla Consulta”. Per l’ex governatore “non si può usare lo strumento del commissariamento per mandare a casa i manager senza una vera riforma del sistema”. Secondo Cappellacci, ora il rischio è quello di un caos istituzionale con contenziosi milionari che potrebbero ricadere sui cittadini sardi.

Sulla stessa linea Fratelli d’Italia. La senatrice Antonella Zedda denuncia una “becera spartizione di quote di potere” e avverte che, dopo la sentenza, la Regione potrebbe trovarsi costretta a reintegrare i direttori generali o a pagare doppi stipendi. “Seppure il pasticcio è tutto pentastellato, il Pd comunque non è esente da colpe, visto che tiene ben salda la presidente grillina, e anche se non partecipò né alle nomine né alla giunta in cui la presidente con estrema spavalderia approvò la delibera di commissariamento, ha scelto comunque di giocare con i conti della Sardegna, scegliendo così il rischio di rivalsa dei dg commissariati”.

Tranchant il deputato Salvatore Deidda. “Non festeggiamo, ma chiediamo alla maggioranza e alla presidente Alessandra Todde, a cui ho sempre riconosciuto la buona fede, di riflettere bene se andare avanti e come farlo. Continuando così la Sardegna sta veramente toccando il fondo”. Il consigliere regionale Corrado Meloni è ancora più esplicito: “La presidente Todde finora ha evidenziato improvvisazione amministrativa e sciatteria istituzionale. Faccia un regalo ai sardi: si dimetta”.

Al coro partecipa anche Alice Aroni, consigliera regionale dell’Udc e vicepresidente della Commissione Sanità, sottolinea come la pronuncia della Corte non faccia altro che ribadire un principio già affermato in numerose sentenze sul divieto di spoils system, definendo la riforma una “pseudo riforma” finalizzata solo alla sostituzione dei manager. Dalla Lega, il coordinatore regionale Michele Ennas denuncia la mancanza di una visione, ma anche “del rispetto delle regole più basilari, con l’unico risultato di generare ulteriore caos e l’aumento della paralisi del sistema sanitario”.

La maggioranza

Dal fronte della Giunta, toni più cauti. Fonti vicine alla presidente Todde fanno sapere che gli uffici regionali stanno analizzando la sentenza e che nelle prossime ore verranno valutate tutte le azioni da intraprendere. “Il percorso di rilancio della sanità sarda, nell’interesse esclusivo dei cittadini e del diritto alla cura, non è in discussione”, assicurano.

Una partita tutt’altro che chiusa, ma che dopo il pronunciamento della Consulta apre una fase nuova, segnata da incertezza istituzionale e da un confronto politico destinato ad alzare ulteriormente i toni.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it