In Evidenza Protesta direttori Pronto soccorso: “Trasformati in colpevoli di un sistema sofferente”

Protesta direttori Pronto soccorso: “Trasformati in colpevoli di un sistema sofferente”

"Se davvero si vuole cambiare qualcosa, si inizi ad applicare con rigore le regole esistenti", si legge nella lettera di protesta

Crediti foto: Ansa

A seguito del clamore mediatico suscitato dal decesso dell’anziana paziente all’ospedale Sirai di Carbonia, dove era ricoverata in Osservazione Breve Intensiva (OBI), i direttori di tutti i Pronto Soccorso (PS) isolani hanno sottoscritto e inviato una lettera congiunta. La missiva è indirizzata all’assessore regionale della Sanità, ai commissari straordinari, ai presidenti degli Ordini dei Medici e alle organizzazioni sindacali. L’obiettivo è duplice: esprimere solidarietà ai colleghi del Sulcis e denunciare le gravi lacune del sistema emergenza-urgenza regionale.

I medici hanno manifestato la loro insofferenza verso le critiche ingiuste: “Siamo stanchi di assistere a campagne mediatiche superficiali e offensive, che trasformano in colpevoli coloro che ogni giorno sorreggono, con abnegazione e competenza, un sistema che altrimenti collasserebbe”. E chiedono un cambiamento reale, affermando: “Se davvero si vuole cambiare qualcosa, si inizi ad applicare con rigore le regole esistenti, a far rispettare le reti Hub & Spoke, e a riconoscere il valore e il sacrificio di chi lavora nei pronto soccorso della Sardegna”. Hanno inoltre sostenuto che il caso di Carbonia non sia un’anomalia, ma piuttosto “la fotografia quotidiana di una realtà che tutti conoscono, ma pochi hanno il coraggio di denunciare”.

I firmatari hanno ribadito che il PS funge da “porta di ingresso” del sistema sanitario, ma non ne costituisce il “punto di arrivo”. Hanno chiarito che i disagi come tempi di attesa prolungati, ritardi nei ricoveri e difficoltà nella gestione dei pazienti non sono attribuibili all’inefficienza del personale sanitario. Al contrario, sono conseguenze dirette di una rete ospedaliera in affanno, caratterizzata da: la ridotta disponibilità di specialisti nei presidi periferici (Spoke), la cronica carenza di posti letto nei centri di riferimento (Hub) e il mancato rispetto delle normative regionali che obbligano gli Hub ad accogliere i pazienti provenienti dagli Spoke.

I direttori hanno ritenuto tali precisazioni necessarie ed hanno espresso “piena solidarietà e vicinanza alla collega coinvolta nella recente vicenda mediatica di Carbonia, impropriamente utilizzata per muovere accuse contro il sistema dell’emergenza-urgenza regionale”. La lettera si è conclusa con il cordoglio per la perdita della paziente, riconoscendo che “ogni perdita rappresenta una ferita per la comunità sanitaria e un dolore condiviso”.

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