In Evidenza Siccità e sprechi d’acqua, a rischio in Sardegna oltre 6mila aziende

Siccità e sprechi d’acqua, a rischio in Sardegna oltre 6mila aziende

Confartigianato Sardegna lancia l’allarme: “Servono reti idriche nuove, manutenzione delle vecchie e una gestione responsabile dell’acqua”

La Sardegna fa i conti con la siccità e le perdite d’acqua che aggravano una situazione sempre più critica per territori, comunità e imprese. La mancanza di importanti piogge da oltre 8 mesi, le temperature elevate e gli effetti del cambiamento climatico stanno mettendo a dura prova il sistema produttivo e la tenuta delle risorse idriche dell’Isola.

A lanciare l’allarme è Confartigianato Imprese Sardegna, che con un’analisi del proprio Ufficio Studi fotografa la realtà delle 6mila imprese idro-esigenti – attività che necessitano di grandi quantità d’acqua – e dei 20mila lavoratori che rischiano di subire gli effetti di una crisi idrica sempre più grave.

“Il forte impatto del climate change – sottolinea il presidente Giacomo Meloni – sta creando seri problemi a tutto il nostro territorio. È necessario continuare l’opera di ammodernamento delle infrastrutture idriche, gestire con responsabilità le risorse e tutelare l’ambiente. Solo la collaborazione tra istituzioni, aziende e cittadini potrà evitare conseguenze peggiori”.

Secondo l’analisi, le imprese manifatturiere più “idro-esigenti” dell’Isola sono oltre 2mila, di cui 1.493 artigiane, attive in 10 settori a elevato consumo d’acqua, che assorbono il 36,3% delle risorse idriche sarde. Tra questi spiccano il comparto estrattivo (21,7 litri per euro di produzione), tessile (20,9 litri per euro), petrolchimica (17,5 litri per euro), farmaceutica (14,1 litri per euro), gomma e materie plastiche (12,4 litri per euro), vetro ceramica e cemento (11,2 litri per euro), carta (10,1 litri per euro) e prodotti in metallo (7,4 litri per euro). In queste operano 11.904 addetti, di cui 3.998 artigiani.

A questi si aggiungono i servizi alla persona – come lavanderie, parrucchieri ed estetisti – che, per natura delle attività, utilizzano volumi d’acqua superiori a quelli domestici. In questo
perimetro operano altre 4mila imprese con 8.500 addetti.

Ma i dati più allarmanti riguardano le perdite di rete. Ogni giorno in Sardegna vengono immessi 129 milioni di metri cubi d’acqua, di cui il 52,8% va perso. La media nazionale è del 42,4%. Tra i capoluoghi, Sassari è il più sprecone con il 63,4% di perdite, seguito da Oristano (60,4%), Nuoro (55,1%) e Cagliari (53,5%). La più virtuosa è Carbonia, con il 21,7%.

La Sardegna si colloca così al quarto posto tra le regioni più sprecone d’Italia, dietro solo a Basilicata e Abruzzo.

“Per questo insistiamo – conclude Meloni – sulla
necessità di investimenti per ridurre la dispersione della risorsa
idrica a causa delle cattive condizioni delle infrastrutture. In
Sardegna, come è noto, quasi il 50% dell’acqua immessa nella rete (dato Istat 2020) pari a oltre 25 milioni di metri cubi, non arriva nei rubinetti dei sardi”.

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