Anche la Sardegna si prepara a dotarsi di una legge regionale contro le discriminazioni determinate da orientamento sessuale e identità di genere. La Seconda Commissione del Consiglio regionale ha aperto oggi il ciclo di audizioni sulla proposta di legge n.29, presentata dalla consigliera del Pd Camilla Soru e sottoscritta da tutti i gruppi della maggioranza.
Il testo, frutto di un percorso condiviso con associazioni e realtà impegnate nella tutela dei diritti, prevede misure su più fronti: dal mondo della scuola e del lavoro fino alla sanità, al sistema penitenziario e agli ambienti pubblici. L’obiettivo è promuovere pari opportunità e uguaglianza, garantendo a ogni persona la possibilità di vivere liberamente la propria affettività e identità senza subire discriminazioni.
Durante la mattinata, la Commissione ha ascoltato le testimonianze di numerose realtà: Movimento Omosessuale Sardo, Cgil Nuovi Diritti, Sarda Queer, Baa Ba Aps, Farmacia Politica, Arc Cagliari, Famiglie Arcobaleno e Unica Lgbt. Dai rappresentanti è arrivato un convinto sostegno all’iniziativa, indicata come una delle più avanzate a livello nazionale.
La proposta si compone di 17 articoli e detta le linee per il contrasto delle discriminazioni negli ambienti di lavoro e nei luoghi pubblici, definisce gli interventi in materia di politiche del lavoro e formazione professionale, precisa le garanzie per la formazione del personale della Regione. Tra le novità, anche il riconoscimento della “carriera alias” per studenti e studentesse transgender, che consente l’uso di un nome o di un genere diverso da quello anagrafico.
La legge prevede inoltre una dotazione finanziaria di 600mila euro per il prossimo triennio. Alcune proposte di integrazione avanzate dalle associazioni saranno ora valutate dalla Commissione prima dell’approdo in Aula.
“La Regione Sardegna ha l’ambizione di avere in futuro la legge più completa e moderna in Italia” ha detto al termine della seduta la presidente della Commissione e prima firmataria della proposta di legge Camilla Soru. “La legge prevede che la Regione si costituisca parte civile contro i responsabili di atti discriminatori. Chi compie un reato sappia che questo non sarà considerato solo come un atto contro la persona ma anche contro l’istituzione”. Nelle prossime settimane la Commissione proseguirà con le audizioni, l’obiettivo è arrivare all’approvazione del testo entro la fine dell’anno.
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