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Fine vita in Sardegna, esulta Cappato | Pro Vita non ci sta: “Legge omicida”

Nemmeno il tempo di uscire dall'Aula del Consiglio regionale che l'approvazione della legge sul fine vita in Sardegna infiamma il dibattito

“Siamo grati alle Consigliere e Consiglieri della Regione Sardegna per avere approvato la nostra legge ‘Liberi Subito’, che definisce tempi e procedure per l’aiuto medico alla morte volontaria”. Così Filomena Gallo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni a margine dell’approvazione da parte del Consiglio regionale sardo della legge sul fine vita.

“La Sardegna è così la seconda Regione, dopo la Toscana, a dotarsi di questa legge di civiltà, volta a impedire il ripetersi di casi di persone che hanno dovuto attendere una risposta per mesi, o addirittura per anni, in una condizione di sofferenza insopportabile e irreversibile”, aggiungono Gallo e Cappato.

Dura invece la presa di posizione dell’associazione Pro Vita e Famiglia, che chiede al Governo di impugnare la legge regionale approvata oggi. Secondo Pro Vita, il provvedimento “viola le competenze esclusive dello Stato creando procedure mediche per aiutare i cittadini malati, fragili e spesso disperati a uccidersi invece di moltiplicare cure e servizi socio-assistenziali per aiutarli, coi loro familiari, a vivere degnamente fino alla morte naturale”.

Da qui l’affondo sulla sanità regionale. “Ricordiamo infatti che la Sardegna è la vergogna nazionale in tema di accesso alle cure palliative, dato che meno del 5% dei pazienti che ne hanno diritto ne può godere e vi è una drammatica carenza di hospice e personale specializzato. In questo contesto, facilitare la strada al suicidio è una follia cinica e irresponsabile”.

E conclude: “La maggioranza Pd-5Stelle che sostiene la Giunta Todde, già dichiarata decaduta dalla magistratura, avrà politicamente sulla coscienza la morte di ogni singolo cittadino sardo che non avrebbe mai chiesto di morire senza questa legge e che ora, alla luce della nuova procedura, potrà essere indotto a farlo”.

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