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Einstein Telescope, 2 milioni di euro per progetto apripista di un ricercatore sardo

Il Ministero dell'Università e della Ricerca ha deciso di finanziare il progetto di un ricercatore sardo con 2 milioni di euro per anticipare e interpretare i dati che il telescopio raccoglierà

Einstein Telescope (Archivio Cagliaripad)

Un progetto da 2 milioni di euro, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, punta a sviluppare modelli teorici innovativi per preparare il terreno all’Einstein Telescope. Un passaggio importante per il futuro cacciatore europeo di onde gravitazionali che l’Italia si è candidata a ospitare in Sardegna, presso il sito di Sos Enattos a Lula.

Alla guida del progetto c’è Paolo Pani, fisico teorico della Sapienza Università di Roma, affiliato alla sezione romana dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e membro della collaborazione scientifica Einstein Telescope. Dopo aver studiato e conseguito il dottorato all’Università di Cagliari, Pani ha proseguito la sua carriera di ricerca in Portogallo e negli Stati Uniti.

Il suo progetto, intitolato “ET-Now: fisica fondamentale, cosmologia e fisica nucleare con l’Einstein Telescope”, avrà una durata di tre anni e si propone di sviluppare teorie in grado di descrivere fenomeni attualmente inaccessibili, ma che saranno alla portata del nuovo osservatorio, la cui attività è prevista non prima del 2035.

I fondi serviranno per realizzare un centro di calcolo e un centro di ricerca internazionale, destinato a diventare un punto di riferimento nello studio della fisica fondamentale legata all’Einstein Telescope. “Lo scopo – spiega Paolo Pani nelle parole riportate dall’Ansa – è catalizzare comunità scientifiche attualmente separate, formare una nuova generazione di scienziate e scienziati con competenze trasversali e rafforzare la posizione strategica dell’Italia”.

I modelli teorici avranno il compito di anticipare e interpretare i dati che il telescopio raccoglierà su fenomeni ancora inesplorati, come la materia oscura, l’universo primordiale e l’evoluzione cosmologica. Senza queste basi teoriche, sottolinea Pani, si rischierebbe di “non essere preparati a interpretare nel modo corretto ciò che Einstein Telescope sarà capace di osservare”.

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