Nella mattinata odierna, i Carabinieri della Stazione di Gonnosfanadiga hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare personale emessa dal Tribunale di Cagliari nei confronti di un 37enne residente nel centro abitato. Il provvedimento impone all’uomo l’obbligo di allontanarsi immediatamente dall’abitazione familiare e dal territorio comunale di Gonnosfanadiga, oltre a vietargli di avvicinarsi a meno di 500 metri dall’abitazione della vittima e di 100 metri dalla persona offesa. È stato inoltre disposto il divieto assoluto di comunicazione, diretta o indiretta, con la donna.

La misura cautelare è l’esito di un’attività investigativa avviata nei giorni scorsi dai Carabinieri della Stazione di Gonnosfanadiga, che hanno documentato una grave condotta persecutoria ai danni dell’ex compagna dell’uomo, una 41enne residente nello stesso comune. Il quadro emerso dalle indagini ha evidenziato reiterati episodi di violenza psicologica e fisica, con ingiurie, minacce, pedinamenti e continue pressioni nei confronti della vittima. Gli elementi raccolti hanno permesso all’Autorità Giudiziaria di adottare un provvedimento restrittivo volto a garantire la sicurezza della donna e a interrompere ogni forma di condizionamento e pericolo per la sua incolumità.

L’attività investigativa ha preso avvio il 6 febbraio scorso, quando l’uomo era stato arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia. L’intervento dei Carabinieri era scaturito a seguito di una richiesta d’aiuto pervenuta al Numero Unico di Emergenza 112, effettuata da un privato cittadino che segnalava la presenza dell’uomo all’interno dell’abitazione della vittima, nonostante le precedenti denunce sporte nei suoi confronti. Al loro arrivo, i militari avevano constatato l’evidente stato di agitazione della donna e il comportamento intimidatorio dell’indagato, valutando l’immediata necessità di procedere all’arresto per scongiurare il rischio di ulteriori violenze.

A seguito dell’arresto e dell’attività di riscontro effettuata dagli inquirenti, l’uomo era stato sottoposto agli arresti domiciliari presso l’abitazione della madre, in attesa dell’udienza di convalida. Tuttavia, la gravità delle condotte documentate e il pericolo concreto di reiterazione dei reati hanno spinto l’Autorità Giudiziaria a disporre una misura più incisiva, finalizzata a impedire qualsiasi ulteriore contatto tra l’indagato e la vittima.

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