(Foto credit: Ansa)

Ventiquattro anni di carcere è la condanna che la Corte d’assise di Sassari ha inflitto ad Alberto Picci per l’omicidio del padre, Giuseppe, colpito dal figlio con una fiocina e un coltello mentre dormiva, all’alba del 27 aprile 2022, nella sua casa a Santa Maria Coghinas, e morto dopo otto mesi di agonia.

La sentenza emessa stamattina dalla Corte, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, accogliendo la richiesta del pm, Angelo Beccu, tiene conto della precedente condanna a 12 anni, diventata definitiva, per il duplice tentato omicidio dei genitori.

Alberto Picci, per il quale l’avvocato difensore, Claudio Mastandrea, ha chiesto l’assoluzione invocando l’incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti, la notte del 27 aprile, in preda a un raptus che lui stesso nella confessione ha definito “impulso d’odio”, ridusse in fin di vita i genitori, aggredendoli nel sonno: il padre fu trafitto con una fiocina che gli attraversò la gola e si conficcò nel cranio, e da un coltello in bocca; la mamma, Giovanna Drago, fu colpita alla testa con un coltello multiuso.

La Corte, come chiesto dal pm Beccu, ha considerato la condanna già definitiva per il tentato omicidio, e ha applicato il principio di detrazione. Così ai 10 anni e 8 mesi già inflitti a Picci per l’aggressione al padre, ha aggiunto altri 13 anni e 4 mesi, per una pena totale pari a 24 anni.

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