La cena della vigilia di Natale diventa ogni anno, per diverse famiglie, un modo per rivedere tutti insieme i parenti. Tavola imbandita, cibo e qualche bollicina, la tombola e lo scambio dei regali.
Ma tra una discussione sulla politica nazionale e internazionale, l’analisi sull’andamento della squadra di calcio preferita e qualche selfie, non mancano mai le domande scomode della vigilia.
Si tratta di un riassunto di una serie di obiettivi morali che l’essere umano sarebbe obbligato a rispettare e raggiungere. Un riassunto che scatena la curiosità eccessiva dei parenti, come se la vita fosse scandita da momenti da cerchiare in rosso sul calendario.
Per alcuni, certe domande però possono essere fonte di sofferenza e disagio, legate a difficoltà o fragilità personali. Ecco che, talvolta, il ricordo di quelle cene diventa irritante invece che felice.
Le domande scomode della cena della vigilia di Natale
Le donne sono le più attenzionate dalle domande scomode della cena della vigilia di Natale.
“Quando ti sposi?”, “Quando fai un bambino?”, “Perché non fai figli? L’orologio biologico corre”, “Ce l’hai il fidanzato?”, “Come mai non riesci a trovare nessuno?”, “Quando ti laurei?” sono una lunga scia di curiosità che i parenti vogliono conoscere.
Non mancano le domande anche per i maschi: “Ma stai lavorando?”, “Quanto guadagni?”, “Ti pagano abbastanza?”, “Quando ti sposi?”, “Perché non vai a convivere?”, Quando ti laurei?”, “Quando metti la testa a posto?”.
Come rispondere alle domande
È festa, e non tutti reagiscono allo stesso modo. Ma l’invito dei psicologi è sempre quello di uscirne con stile per non “rovinare” una serata che si vuole tranquilla.
Arrabbiarsi dunque è l’ultima opzione. Ma arrivare preparati può essere un modo per evitare spiacevoli sorprese.
Ecco alcune strategie utili: allearsi con qualcuno (genitori, partner) per mediare anticipatamente ed evitare le domande; usare l’ironia e il sarcasmo; prepararsi risposte standard; spostare l’attenzione dalla domanda a qualcos’altro.
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