La tregua tra Regione Sardegna e Governo è durata lo spazio di una firma 3,5 miliardi di euro. Lo scontro che va avanti da qualche mese a colpi di impugnazioni e altre azioni legali torna a infiammarsi in tema di energia. Ieri durante l’assemblea nazionale di Confindustria Energia a Roma, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha tirato l’ennesima bordata alla Giunta Todde.
“Spero che questa campagna in Sardegna trovi un punto di equilibrio” ha detto l’esponente del Governo riferendosi al caos del dibattito sulla questione energetica in Sardegna, nelle parole riportate dall’Ansa. “Alessandra Todde conosce bene la situazione. Quando leggo sui giornali ‘siamo in grado di produrre un quantitativo di elettricità sufficiente per la regione’, rispondo: è vero, ma quando prima usavate la corrente che arrivava dall’idroelettrico del continente, dovevamo tagliare il cavo e tenere l’elettricità sopra il Po? Ci deve essere una valutazione complessiva dell’interesse paese”.
Pichetto Fratin ha poi incalzato: “La Sardegna ha ancora due centrali a carbone e non ha un piano energetico. Ho visto Alessandra Todde e la giunta, mi hanno chiesto sei mesi per farlo. Sei mesi son passati dalla loro elezione. Io spero che ci sia una proposta da parte della regione. Così come dobbiamo chiudere il carbone sul continente, così dobbiamo chiuderlo anche sull’Isola”.
Parole che hanno fatto infuriare l’assessore dell’Industria Emanuele Cani. “Il ministro Pichetto conosce molto bene il ruolo della Regione Sardegna nell’intesa che in sede di Conferenza Stato-Regioni gli ha permesso la definizione del decreto sulle aree idonee, sebbene quest’ultimo sia giunto purtroppo con un ritardo di due anni e mezzo, e sicuramente non per responsabilità dell’attuale Giunta regionale” la relpica di Cani.
“Il disegno di legge in discussione in Consiglio regionale, che contiamo possa avere il via libera la prossima settimana, va nella giusta direzione e darà modo alla Sardegna di contribuire in misura adeguata a una giusta transizione energetica. Siamo partiti con la revisione del piano energetico regionale fermo dal 2016, e non certo per motivazioni imputabili a questa Giunta ma perché la precedente amministrazione di centrodestra non ha mai provveduto a un suo adeguamento, creando un grande vuoto dal punto di vista della programmazione”.
Cani conclude: “È evidente che in sei mesi abbiamo già fatto più di quanto, a detta del ministro Pichetto, ci eravamo impegnati a fare”.
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