Sabato e domenica, il Movimento 5 Stelle sarà impegnato nell’assemblea Costituente “Nova“. Evento che traccerà il futuro del soggetto politico guidato in questi anni dall’ex premier Giuseppe Conte. Che, in una intervista con Repubblica, ha reso chiara la sua linea.

“Nel 2021, raccogliendo centinaia di suggerimenti, ho elaborato e messo ai voti una carta dei principi e dei valori approvata a larghissima maggioranza dalla comunità degli iscritti. È un manifesto progressista che marca una distanza netta da questa destra che persegue la frammentazione dell’Italia, la mordacchia ai giudici, l’abbattimento degli equilibri costituzionali con una chiara deriva autocratica”.

Un manifesto progressista che Conte sposa in pieno. Eche è frutto del grande lavoro da tessitrice compiuto da Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna.

Una posizione che viene mal vista dalla vecchia dirigenza pentastellata. Le ex sindache Chiara Appendino e Virginia Raggi guidano l’ala del ritorno ai 5 Stelle più indipendente, al di fuori degli schemi di destra e sinistra.

Conte ha messo in chiaro che l’assemblea dovesse scegliere una via diversa, non ci sarebbero altre soluzioni che farsi da parte. “Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader“.

Nel corso della stessa assemblea ci saranno quesiti dedicati al nome, al simbolo, alla figura e ai poteri del presidente. La stessa Todde ha confermato in alcune interviste, nei giorni scorsi, che “cambiare nome non è un tabù“. E che il Movimento debba essere “progressista e di governo“.

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