Ci sono pagine sui social che aiutano gli utenti a ridere, a sentirsi leggeri. In Sardegna, quelle de Il Sassarese Medio risultano tra le più seguite per la capacità di raccontare l’attualità calandola in un territorio dell’isola di cui si parla (e si scherza) meno rispetto ai lidi cagliaritani.

Gli admin sfruttano le notizie quotidiane per far ridere e sono diventati loro stessi un media. Tanto da riportare casi e episodi di Sassari e hinterland grazie anche alla preziosa collaborazione dei follower.

Follower costantemente in crescita: 43 mila su Instagram, oltre 68 mila su Facebook. Ma cosa c’è dietro questo fenomeno di satira e comicità che colpisce così tante persone? Gli admin ce lo raccontano con un lungo viaggio dalle origini ai giorni nostri.

Quando nasce Sassarese Medio e qual era la finalità?

È nato nel 2017, con lo scopo di ironizzare sul comportamento medio del sassarese. Abbiamo scelto quel nome proprio per centrare l’obiettivo di fare ironia sul comportamento dell’abitante di Sassari.

E si può fare ironia sull’abitante di Sassari? O sulle persone in generale..

Sì sì. Diciamo che abbiamo preso spunto da altre pagine che sono nate prima. Abbiamo scelto quel nome per richiamare alcune pagine nazionali. Senza scopiazzare. È stata una idea anche per far rivivere alcuni personaggi storici della città. Quei personaggi che si possono beccare in giro e che sono un po’ particolari, ecco.

Come è stato recepito il vostro progetto?

La pagina è nata come hobby. Noi non abbiamo mai pensato che con questa pagina, un domani, avremo avuto un successo mediatico. Oggi in Sardegna siamo tra i più conosciuti tra le pagine che si occupano di satira e attualità. È un progetto nato per caso, poi nel tempo i membri della community ci abbiano fornito segnalazioni, foto. Qualcuno addirittura ci propone meme e vignette. È una pagina molto partecipata.

Avete mai fatto arrabbiare qualcuno?

Eeeehh… (ride, nda)

Si può raccontare?

Sì sì… diciamo che posso generalizzare sul fatto che alcune volte, soprattutto nel periodo elettorale, ci sono determinati politici che non colgono pienamente l’ironia della vignetta. O che pensano che andiamo a pendere per una parte politica piuttosto che un’altra. Principalmente sono i politici che si arrabbiano.

E qualcuno ha mai preso le vostre vignette come notizie vere?

Sì sì, capita tutt’oggi. Ci dilettiamo a mettere delle fake news specificando che sono fake news, e capita che la gente ci crede. Ormai conosciamo benissimo come funzionano i social. Il nostro è un tentativo di scherzare con le persone, è un gioco che fanno anche le pagine più grosse per creare interazioni e un tono di leggerezza nei social.

È molto semplice che la gente pensi che voi facciate le vignette giusto per ridere e basta. Ma c’è stato qualcuno che grazie alla vostra pagina è riuscito/a ad allieviare un momento di sconforto?

Assolutamente, noi siamo molto attivi nelle storie, e quindi rispondiamo a chi ci scrive. Uno di noi si occupa dello store, di rispondere a chi scrive, a chi segnala notizie. Spesso abbiamo la bacheca intasata di messaggi, con foto o notizie di vario genere. Ci sono state persone che ci hanno confessato di ridere assieme a noi e di sentirsi bene nel farlo.

C’è un post che ha generato più interazioni?

La pagina sta incrementando tantissimo, quindi ci sono post che crescono tantissimo anche a distanza di tempo. Ci sono reel che sono arrivati anche a 2 milioni di visualizzazioni. Ma il post a cui siamo più affezionati è un post che lanciammo un anno dopo l’apertura. Quando avevamo pochi follower. Ma andò viralissima. Si vede una scaletta con delle persone sopra, ma non c’è l’aereo. Praticamente le persone stanno salendo a bordo del niente. La vignetta recita: “Quando sei ad Alghero per andare sull’aereo e invece te la pigli in cu*u”. Questa vignetta fece un migliaio di condivisioni su Facebook, all’epoca avevamo non più di 5 mila follower. La vedemmo ovunque quella vignetta. Anche in pagine nazionali, che la ripresero.

Però non fate solo satira, ma siete impegnati anche in opere benefiche.

Siamo partiti all’epoca del Covid con un buon numero di follower. Abbiamo pensato di fare qualcosa di buono, sfruttando la forza che avevamo sui social. Abbiamo fatto un’asta di beneficenza e coinvolto sportivi del calibro di Tore Erittu, Tore Pinna e Alessandro Frau. Durante il corso degli anni ne abbiamo fatte tante, l’ultimo con la partita del cuore a giugno grazie alla collaborazione della società sportiva del Centro Storico, che è una squadra di seconda categoria di Sassari. Siamo riusciti a raccogliere del denaro che è servito per acquistare attrezzatura per il reparto neonatale di terapia intensiva delle cliniche San Pietro di Sassari.

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