La Regione chiede al Ministero dell’Economia e delle Finanze il recupero delle quote di compartecipazione alle entrate erariali indebitamente trattenute dallo Stato. Arriva la delibera della Giunta Todde per l’azione legale contro il Governo nazionale con cui la Sardegna chiede 1,7 miliardi di euro.
A seguito degli approfondimenti istruttori svolti dalla Direzione generale dei Servizi Finanziari con l’Avvocatura regionale, “si rende necessario avviare un’azione legale, di natura civilistica, nei confronti dello Stato e segnatamente del Ministero dell’Economia e delle Finanze” si legge nella delibera. La mossa è atta a “recuperare le quote di compartecipazione alle entrate erariali indebitamente trattenute dallo Stato, attraverso la contabilizzazione sul cap. 1200 dello Stato delle Entrate del Bilancio statale”.
Secondo quanto rilevato dalla Regione, “in un arco temporale che va dal 2010 al 2024, lo Stato avrebbe indebitamente inciso le quote di spettanza regionale sui contributi compartecipati declinati nell’art. 8 dello Statuto Sardo, riducendo le stesse attraverso compensazioni con crediti di imposta non direttamente correlati alla disciplina del tributo erariale, risultando di contro agevolazioni finanziarie, in forma di credito di imposta, frutto di scelte legislative di politica economica decise unilateralmente dallo Stato”.
E ancora: “Dai prospetti dei crediti di imposta oggetto di compensazione, trasmessi dall’Agenzia delle Entrate, relativamente agli anni 2021 e 2022 è emersa in modo inequivocabile l’erronea interpretazione dell’art. 16 del D.Lgs. n. 114/2016 e la conseguente distorta applicazione del meccanismo delle contabilizzazioni sul cap. 1200”. Dunque “per il periodo sopra considerato, è plausibile che le spettanze di cui chiedere la restituzione per l’indebita ritenuta ammontino complessivamente a circa 1.700 milioni di euro“.
La difesa dell’Amministrazione regionale è affidata agli avvocati Massimo Cambule e Floriana Isola dell’Avvocatura regionale della Sardegna.
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