“Chiediamo che anche in Sardegna la Regione avvii quanto prima analisi approfondite sulle acque potabili e renda pubblici in modo trasparente i risultati alla collettività”. A chiederlo è Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia, annunciando la tappa sarda dell’iniziativa “Acque senza veleni” promossa dall’associazione ambientalista.
“Questa settimana concluderemo la raccolta di campioni in tutte le regioni italiane, inclusa la Sardegna, per valutare se la contaminazione da Pfas si estenda anche alle acque potabili” spiega Ungherese. La spedizione di Greenpeace Italia nelle ultime cinque settimane è stata impegnata a raccogliere in 22 città dei campioni di acqua potabile alla ricerca di Pfas, sostanze poli- e per – fluoroalchiliche, gruppo di sostanze chimiche pericolose per la salute e conosciute come ‘inquinanti eterni’.
L’obiettivo dell’organizzazione ambientalista è tracciare la prima mappatura indipendente della contaminazione dell’acqua potabile a livello nazionale. In Sardegna Greenpeace raccoglierà campioni a Olbia, Sassari, Porto Torres, Alghero, Oristano, Terralba, Iglesias, Carbonia, Assemini, Quartu Sant’Elena, Cagliari, Nuoro e Siniscola. I risultati dello studio dovrebbero essere resi noti all’inizio del prossimo anno.
“Una volta dispersi nell’ambiente, i Pfas si degradano in tempi lunghissimi e possono inquinare le fonti d’acqua, l’aria e le coltivazioni” spiega Greenpeace. “Attraverso l’acqua e gli alimenti, queste molecole possono quindi diffondersi nel sangue, con gravi rischi per la salute”. Una di queste sostanze, il Pfoa, è stato classificato come cancerogeno per le persone, mentre l’esposizione a diverse molecole Pfas può causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità.
Greenpeace Italia ha richiesto dei dati recenti alla locale Arpa, l’agenzia regionale che ha effettuato monitoraggi su fiumi e pesci: i risultati hanno evidenziato numerose contaminazioni nella quasi totalità delle province sarde.
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