Una settimana fa era arrivata una di quelle notizie che spiazzano, di solito non ci credi: Andrea Capone trovato morto, con una ferita alla testa, nella suite di un albergo a Cagliari.

Uno shock per tantissime persone. Per tanti tifosi cagliaritani, per amici e parenti. La dinamica non è chiara e verrà definita solo col tempo.

Simone Gallus ha vissuto strettamente il rapporto col trequartista ex Cagliari. Nel Museo Rossoblù a Quartu Sant’Elena ci sono ben quattro maglie di Capone. Più una foto, che lo ritrae abbracciato a David Suazo, suo grande amico.

“Una persona squisita, pacata, molto educata, raro vederne una così. Conosco la famiglia da oltre 15 anni. Temevo di incrociare lo sguardo della mamma al funerale: ha perso due pilastri. Andrea ora e suo marito diverso tempo fa. L’ultima volta li avevo visti a marzo. Non pensavo di rivederli in una occasione del genere”.

Gallus ha partecipato al funerale assieme a Mario Brugnera, storico giocatore del Cagliari dello scudetto. Non è stato l’unico degli ex calciatori rossoblù a partecipare. Tanto è stato lo stupore e il dolore in città. Alla fine sono stati in 400 a prender parte alla solennità della cerimonia.

“C’era una bella rappresentanza. Da cagliaritano aveva credibilità come persona e dalla famiglia. Il papà era stato nel mondo del calcio, in casa loro masticavano calcio. Me l’aspettavo tutto questo affetto. C’è stato un gran tam tam nei giorni precedenti”.

Il ricordo non svanirà. E stanno emergendo tante idee perché la memoria rimanga intatta. “Stiamo raccogliendo le idee, al museo c’è un manichino con calzettoni, calzoncini e maglia. Sono sicuro che amici e compagni di squadra saranno vicini alla famiglia e non lo dimenticheranno”.

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