La Sardegna è tra le regioni italiane più colpute dall’emergenza siccità.
Lo conferma l’ultimo report dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, diffuso oggi in vista della Giornata mondiale dell’ambiente.
Un fenomeno che colpisce tutt’Italia. Secondo i dati dell’associazione, infatti, dal 2020 a metà maggio 2024 nella Penisola si sono registrati 81 danni da siccità prolungata.
Precisamente, al primo posto si trova la Lombardia (15), Piemonte (14) e Sicilia (9). Subito dopo, al quarto posto si trova la Sardegna (6), seguita da Emilia-Romagna (6) e Trentino-Alto-Adige (6).
Per questo, Legambiente chiede “interventi rapidi, concreti e integrati non più rimandabili”. Tre sono le proposte presentate al governo Meloni: una ridefinizione di una regia unica da parte delle Autorità di bacino distrettuale; una strategia nazionale integrata a livello di bacini idrografici; incentivare buone pratiche che permettano di trattenere il più possibile l’acqua sul territorio e promuovere sistemi per il recupero delle acque piovane e per il riuso delle acque reflue.
Legambiente ricorda inoltre le stime prudenziali della Commissione europea, che evidenziano come, senza un’efficace azione preventiva dei rischi climatici, i danni da alluvioni, ondate di calore, siccità, incendi boschivi, perdite dei raccolti o malattie porterebbero alla riduzione del Pil europeo di circa il 7% entro la fine del secolo.
“La siccità che in questi mesi ha colpito in particolare la Sicilia, l’acqua razionata, le proteste di cittadini e agricoltori – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci restituiscono in estrema sintesi quanto la crisi climatica stia accelerando il passo anche in Italia. Dalla Sicilia alla Sardegna passando per le altre regioni della Penisola, è evidente che gli effetti del cambiamento climatico, a partire dagli eventi siccitosi sempre più cronici, sono ormai ben tangibili con gravi ricadute ambientali ed economiche”.
“In particolare – prosegue il presidente dell’associazione – la siccità prolungata in questi anni ha messo più volte in ginocchio la produzione agricola e causato un preoccupante abbassamento del livello dei laghi. Per questo è fondamentale intervenire in prevenzione piuttosto che agire dopo che gli eventi climatici estremi si siano abbattuti sulla Penisola. Il nostro Paese deve puntare ad un approccio circolare, sostenibile e integrato della gestione dell’acqua e ad una diffusione capillare delle buone pratiche già attive sul territorio. A livello europeo – conclude Ciafani – chiediamo politiche climatiche ed energetiche più ambiziose che poggino sul green deal e su un nuovo patto per il futuro che metta davvero al centro l’ambiente”.
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