La politica sarda scende in campo contro la decisione del governo Meloni di destinare le scorie nucleari in Sardegna. Il coro di no è stato bipartisan, da destra a sinistra.

Conferma l’intenzione di opporsi il presidente della Regione, Christian Solinas. “La riproposizione della Sardegna come sede di deposito di rifiuti nucleari è un attacco frontale che la Regione e l’intero popolo sardo non sono disposti ad accettare. La Sardegna si è espressa già con un no che non poteva lasciare spazio a dubbi. Reagiremo senza indugio o tentennamenti, con ogni strumento democratico a disposizione“.

Dello stesso avviso il parlamentare di Forza Italia, Ugo Cappellacci. “Eravamo, siamo e sempre saremo contrari alla realizzazione in Sardegna di un deposito di scorie nucleari. I sardi sono già espressi democraticamente”.

Per Alessandra Todde, candidata per il Centrosinistra alle Regionali 2024, l’isola non sarà la pattumiera d’Italia. “Il governo Meloni, noncurante del referendum e forse compiacente con questa giunta regionale, ha deciso che la nostra isola potrebbe invece diventare a breve luogo idoneo in cui depositare le scorie radioattive d’Italia. La Sardegna non è una regione di serie B”.

Stesso pensiero anche per Renato Soru, l’altro candidato alle Regionali 2024. “Il nostro no alle scorie è un tema non negoziabile. Il deposito delle scorie nucleari non è compatibile con i nostri interessi e con la nostra idea di futuro. Non è compatibile con il nostro desiderio di promuovere un’agricoltura sana e di qualità, benessere ambientale, qualità della vita, turismo ambientale e culturale. Né ora né mai”.

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