Il 13 dicembre si festeggia Santa Lucia, la santa protettrice dei ciechi, che fu una martire cristiana a causa della grande persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano, agli inizi del IV secolo.

Il quartiere della Marina, a Cagliari, ospita i resti di quello che è stato uno degli edifici sacri più antichi della città, titolato alla santa, che fu demolito nel 1947. L’edificio è ora al centro di una nuova campagna di restauro che partirà nel 2024.

La parrocchia di Sant’Eulalia, infatti, grazie ad un nuovo finanziamento della Regione Sardegna di 100mila euro, può continuare l’opera di recupero dell’antica chiesa di Santa Lucia.

Dopo i cantieri archeologici e il restauro delle facciate su via Napoli e via Barcellona cofinanziati dalla Fondazione di Sardegna con questo nuovo cantiere si renderà fruibile il rudere della chiesa. Con i nuovi lavori verranno riaperte le quattro finestre su via Napoli e sarà organizzato un percorso di visita che dall’antica sagrestia porterà al piano sopraelevato da cui ci si potrà affacciare sugli scavi per poi riscendere al piano stradale utilizzando l’antico campanile.

Una ripresa dei lavori che rappresenta un importante stato di avanzamento nel recupero di tutto il sito di Santa Lucia in un dialogo continuo con la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio di Cagliari e con la consulenza scientifica del prof. Marco Cadinu dell’Università di Cagliari.

La storia della chiesa di Santa Lucia in Marina

La chiesa di Santa Lucia della Marina è di origine molto antica.

L’area in cui sorge, nelle immediate vicinanze dello scalo portuale, ne ha sempre accentuato l’importanza nel contesto socio-religioso della città, in tutte le fasi del suo sviluppo. La sua esistenza è infatti già testimoniata in epoca precedente la fondazione pisana del Castello, avvenuta al principio del XIII secolo.

La prima attestazione documentaria risale al 1119 quando, insieme ad altri beni, venne concessa al priorato benedettino di San Saturnino, appartenente ai monaci di San Vittore di Marsiglia, presenti a Cagliari dalla fine del secolo precedente.

Scampata per due volte alla parziale demolizione già prevista dai piani regolatori di Gaetano Cima del 1858 e di Giuseppe Costa del 1890, che prevedevano l’allargamento della via Sardegna mediante l’asportazione delle cappelle del lato sud, e uscita pressoché indenne dai bombardamenti del 1943, la chiesa di Santa Lucia venne poi demolita quasi integralmente dal Genio Civile nel 1947, in quanto i nuovi piani urbanistici prevedevano al suo posto la realizzazione di una piazza.

Abbandonato per decenni, il rudere della chiesa, di cui sopravvive tutto il lato destro con le cappelle laterali e la sacrestia, solo in tempi recenti è tornato a essere oggetto di attenzione da parte della comunità scientifica e della cittadinanza, con un intervento che ne ha promosso il restauro e la valorizzazione e una serie di campagne di scavo che stanno restituendo importanti tasselli della sua lunga storia.

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