Una delle frasi che sentiamo ripetere spesso è che il mare della Sardegna sia il più bello del mondo. Acqua cristallina, limpida. Dove regna una tavolozza di colori d’immenso valore e grande fascino.
Non a caso, l’isola offre esperienze subacquee uniche. In grado di regalare momenti di meraviglia e avventura, esplorando un mondo sottomarino ricco di bellezza e tante sorprese. Il mare sardo, infatti, specialmente grazie alle tante aree marine protette, è ricco di tesori sommersi ben custoditi.
I subacquei più esperti amano le grotte, gli appassionati di storia sono affascinati dai relitti. Ma le acque sarde sono disponibili per immersioni a tutti i livelli, dal più semplice con una profondità minima (adatta ai principianti) a quelle più complicate, per cui sono richiesti dei brevetti di specialità.
La morfologia delle coste è varia: dai fondali sabbiosi alle grotte labirintiche, dalle formazioni roccese agli anfratti è una scoperta naturale continua. A cui si aggiungono relitti di navi da guerra della seconda guerra mondiale, sommergibili, resti di aerei e reperti archeologici. Nel mezzo è possibile incontrare anche tonni, cernie, barracuda, delfini, polpi, aragoste, lo squalo bambù del Mediterraneo, pesci ago, orate, calamari, granchi, scorfani, cavallucci marini, coralli rossi e murene.
Il mare di Sardegna poi è la casa di tantissime specie animali protette perché in via d’estinzione. Si contano le tartarughe Caretta Caretta, il grampo, la stenella striata, la balenottera, il capodoglio, il palombo e la verdesca.
È presente, infine, la poseidonia oceanica, una pianta caratteristica che contribuisce a mantenere pulito e cristallino il mare. Forma delle praterie sottomarine di grande importanza ecologica che la rendono uno degli elementi cardine del delicato ecosistema marino dell’isola.
Il miglior momento per immergersi e scoprire la bellezza del mare sardo? Durante i mesi estivi, la temperatura dell’acqua sale a 82 ° F (26 ° C), ma spesso c’è un termoclino a circa 40 piedi (12 metri) dove la temperatura scende a circa 59 ° F (15 ° C). Durante i mesi invernali, le temperature dell’acqua tendono a oscillare intorno ai 54 ° F (12 ° C) e la maggior parte della vita marina scompare. Il miglior momento, secondo gli esperti, è quello primaverile-estivo.
Ecco i tre punti migliori per immergersi in Sardegna.
La Maddalena
Il Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena offre uno dei contesti più interessanti dell’isola I punti d’immersione sono addirittura 30 e possono soddisfare le svariate esigenze dei praticanti: dai fondali bassi per i principianti sino a discese più tecniche per i più esperti.
Uno dei punti più noti è la Secca di Washington. Si trova nel canale tra Spargi e Budelli e racchiude al suo interno tutte le caratteristiche naturali dell’area nord-est dell’isola. È formata da un vasto rilievo roccioso il cui cappello arriva fino a 6 metri dalla superficie. È costituito da enormi blocchi granitici, circondati da massi, frane, tafoni e avvallamenti che nei punti più profondi superano di poco i 25 metri. I percorsi possibili, numerosi e vari, si dipartono dai quattro gavitelli ancorati al fondo che giungono a circa 4 m dalla superficie, ben individuabili in condizioni meteo non avverse.
È abbondante la presenza e la varietà dei pesci presenti tra le zone illuminate: dalle cernie ai saraghi, dai dentici al barracuda. Nelle zone in ombra, la specie protetta più diffusa è la Aplysina cavernicola, tipica di ambienti con scarsa illuminazione: di colore giallo, è una spugna che riesce a filtrare più di mille litri d’acqua al giorno. A contatto con l’aria diventa di colore blu scuro. Le gorgonie rosse invece impreziosiscono le maggiori profondità.
Orosei
Il golfo di Orosei è un po’ il paradiso per chi ama viaggiare zaino in spalla o vuole vivere nuove esperienze. Non manca dunque lo spazio per le immersioni, particolarmente consigliate in questa zona soprattutto per quel che si può visitare.
Scivolando nelle profondità di questo mare, è possibile trovarsi di fronte a circa 34 metri di profondità al KT-12: una nave cargo armata nazista affondata il 10 maggio 1943. Venne colpita e affondata dal sommergibile britannico Safari. Si spezzò in due: la prua andò a fondo subito, mentre il resto dell’imbarcazione sparì sott’acqua circa 40 minuti dopo. Colpisce il fatto che ora si trovi adagiato sul fondale, col cannone rivolto verso l’alto, come se volesse ancora difendersi.
Il relitto si presenta in buono stato di conservazione e in ottime condizioni di visibilità. È popolato da da cernie, murene, scorfani, aragoste e pesci balestra.
Cagliari
La motonave mista Loredan è uno dei relitti più belli e più visitati del mare sardo. Si tratta di un incrociatore ausiliario che fece pare di un gruppo di tre navi noto “convoglio di Torre delle Stelle” (Isonzo e Entella). Partirono da Cagliari il 10 aprile del 1943 con destinazione la Maddalena e vennero colpite dai siluri del sommergibile britannico Safari, proprio nei pressi di quel promontorio di Torre delle Stelle.
Il Loredan fu il primo ad affondare: il siluro squarciò lo scafo da parte a parte nella zona centrale della chiglia e tuttora si trova riverso sul suo fianco sinistro, adagiato ad un fondale sabbioso ad una profondità che varia dai 53 metri sopra alla murata di dritta fino ai 65 metri del fondo. La sua struttura appare ancora abbastanza integra. Lo squarcio consente una visione subacquea emozionante. Tutto attorno si notano gorgonie gialle e rosse. Possono far capolino dagli anfratti dentici, ricciole e cernie.
L’immersione è favorevole ai subacquei esperti: per tanti è una meta praticamente obbligatoria dato che si ritrovano davanti uno dei più interessanti relitti del Mar Mediterraneo.
Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio.