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Le mutazioni geopolitiche sono spesso un fattore di sconvolgimento non solo per le realtà che le vivono in prima persona, ma anche per chi, come la Sardegna, potrebbe subirne gli effetti.

In particolare il rialzo dello spread, che fa ricordare la crisi del 2011, e il conflitto sulla striscia di Gaza tra Israele e Hamas, fanno sorgere diversi dubbi su quelle che saranno le conseguenze economiche. Che spesso, come capitato con la guerra in Russia, ricadono sulla quotidianità dei cittadini sardi.

Riccardo De Lisa, Professore di Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università di Cagliari, ci aiuta a capire meglio i possibili cambiamenti del mondo economico locale e mondiale.

Un nuovo conflitto nel Medio Oriente. Ci potranno essere delle implicazioni per l’economia sarda?

I sistemi finanziari sono tra loro concatenati; alcuni di più, altri di meno. Gli eventi, positivi o negativi, si propagano e raggiungono economie anche molto lontane. Il nuovo conflitto può avere grandi ripercussioni per tutte le economie nel mondo e può determinare anche forti cambiamenti nella geopolitica mondiale.
Oggi viviamo in una economia incerta e poco prevedibile. Gli eventi estremi non sono più rari ma accadono sempre più spesso, con effetti dirompenti che sconquassano le economie. Vivendo nell’incertezza dovremmo cambiare il nostro approccio con il futuro. Sarebbe necessario una sorta di salto concettuale.

Cosa intende con “salto concettuale”?

In una economia così incerta, fare previsioni economiche ha poco senso perché l’errore può essere molto alto. Le previsioni diventano così una sorta di mero esercizio. Dobbiamo allora innovare il nostro modo di analizzare il futuro. Siamo, più tecnicamente, nel campo delle analisi di scenario e di stress. Il salto concettuale è necessario non solo per gli individui ma anche nell’Accademia dove è auspicabile una evoluzione epistemologica della previsione economica.

Parliamo allora di inflazione e dell’aumento dei tassi della BCE.

Dal 2022 abbiamo una forte spinta inflazionistica che in tempi breve ha raggiunto livelli molto elevati. In questi casi, la “medicina” della Banca Centrale Europea (BCE) è quella dell’aumento dei tassi di interesse, ovvero di una politica monetaria restrittiva per smorzare la domanda di beni e servizi. La BCE nell’arco di un anno ha deliberato ben dieci rialzi dei tassi di interesse. La cura può andar bene ma troppo rapida per consentire di adattarsi al mutato contesto. Quasi come una cura di antibiotici che anziché rispettare, ad esempio, i dieci giorni di prescrizione, è stata somministrata in cinque giorni. E questo può far male, molto male. E così sorgono gli effetti collaterali nell’economia. Dobbiamo infine anche ricordarci che dobbiamo riabituarci a vivere con tassi di interesse più elevati, perché questa è la normalità.

Tassi di interesse in crescita così come è in crescita lo “spread”. Ci ricorda cosa è lo spread e se dobbiamo preoccuparci?

Lo spread è la differenza tra quanto rendono i Buoni del Tesoro Poliennali italiani (BTP) di durata decennale, rispetto a quelli tedeschi con stessa scadenza (Bund). Ci confrontiamo con la Germania, perché si considera quest’ultima una economia stabile di riferimento. Oggi lo spread si attesta su valori superiori ai 200 punti base (ovvero 2%). Il rendimento dei BTP è sempre stato più elevato di quello dei Bund tedeschi anche se è variato nel tempo. Durante il COVID, lo spread era più alto di quello di oggi. Se poi lo confrontiamo con la situazione presente nell’apice della crisi del governo Berlusconi (2011), lo spread di oggi è meno della metà dei valori di allora. Insomma, lo spread sebbene in crescita negli ultimi mesi è ancora distante dai valori del passato.

In questo scenario di variabilità economica, ci dobbiamo preoccupare per lo stato di salute delle banche e dei depositi bancari?

In Italia abbiamo efficaci sistemi di supervisione bancaria e di tutela dei depositi bancari. Nel nostro Paese In Italia operano due sistemi di garanzia dei depositi: il Fondo Interbancario di tutela dei Depositi (FITD) e il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo. I depositi bancari, entro certi limiti, sono protetti. Se le cose vanno male, i depositi vengono rimborsati.
Nell’ultimo decennio, tali Fondi, e in particolare il FITD, hanno contribuito egregiamente alla risoluzione delle crisi di alcune banche. Niente paura, dunque.

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