Per il 6 ottobre, Fridays for Future Italia ha deciso di indire una protesta generale a cui parteciperà anche la Sardegna. Un corteo contro il negazionismo del governo chiamato “resistenza collettiva”.
A Cagliari, in modo particolare, si è deciso di celebrare il funerale dell’Isola. “La Sardegna e l’Italia sono a un nuovo capitolo della storia climatica: incendi, ondate di calore, siccità, alberi sradicati e serre distrutte dal vento, chicchi di grandine come palle da tennis e alluvioni. È il capitolo della devastazione, che rende l’azione collettiva indispensabile”.
I rappresentanti di Fridays For Future puntano il dito sia sul governo Meloni che su quello Solinas.
“La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono i combustibili fossili. La Sardegna appare come la regione dello Stato con la maggior quantità di emissioni pro-capite. Questo per colpa delle due centrali a carbone ancora attive (Portovesme a Portoscuso e Fiume Santo a Porto Torres). E della Sarlux che brucia gli scarti di raffinazione del petrolio della Saras. Solo un 25% dell’elettricità sarda proviene da fonti rinnovabili”.
Accanto alle politiche di mitigazione, si legge nella nota, “è necessario affiancare strategie di adattamento che preservino gli equilibri e le risorse del pianeta, prima fra tutte l’acqua”.
Il movimento propone di ridurre i consumi d’acqua, ripristinare gli alvei originari dei fiumi, tutelare e promuovere la salute del suolo, favorire l’assorbimento dell’acqua nel suolo, spingere la forestazione, ripristinare i fondi del PNRR per il dissesto idrogeologico.
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