L’Università di Sassari ha conferito oggi la laurea honoris causa in Scienze filosofiche alla scrittrice, poetessa e traduttrice ungherese, naturalizzata italiana, Edith Bruck, sopravvissuta all’Olocausto.
Una cerimonia toccante, introdotta dal rettore Gavino Mariotti e conclusa da Edith Bruck in collegamento video dalla sua casa di Roma. Dopo la laudatio a cura della professoressa di estetica, Gavina Cherchi, la poetessa ammutolisce e commuove la sala con la sua lectio magistralis dal titolo “La mia Università? La vita”.
“La mia Università, a 13 anni, era Auschwitz e altri cinque campi di concentramento, di annientamento o lavoro forzato. Fabbriche di morte nel cuore dell’Europa civile e cristiana, luoghi dove si impara tutto e per sempre: l’antropologia, la filosofia, la storia, la psicologia, il valore della vita e del pane, il dolore, l’abisso che abita l’uomo, il buio della coscienza dei popoli che assorbono il veleno dell’odio e si piegano, applaudono al Male assoluto. Sto parlando del nazifascismo, del razzismo, della discriminazione, dell’antisemitismo che non sono stati mai sradicati”.
Rivela poi il suo legame speciale con la Sardegna, l’ammirazione per Emilio Lussu e sua moglie Joyce: “La prima vacanza della mia vita è stata con mio marito Nelo a Stintino. Conosco l’ospitalità dei sardi, la generosità, l’amore per la loro terra, la dignità, l’orgoglio e l’umiltà dei grandi. Non mi resta che esprimere la mia gratitudine per questa laurea che viene proprio da un’isola che amo e della quale ho sempre nostalgia”.
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