La vittoria dell’Empoli sulla Salernitana ha dato al Cagliari la certezza che questo campionato sarà estremamente difficile, sofferto e tutto da giocare. Così dopo la sconfitta col Milan, è arrivato l’ultimo posto in classifica.
Claudio Ranieri, giustamente, ci crede nella salvezza. Deve crederci sia per la sua storia, sia perché nessuna battaglia è mai persa in partenza. Ha ragione a dire che il suo Cagliari non deve demordere. È un periodo, passerà. E quando passerà, i suoi ragazzi dovranno essere lì ad approfittarne.
Il presente però dice che i rossoblù dipendono tanto da Luvumbo e da Radunovic. Il primo è croce e delizia, continua spina nel fianco delle difese avversarie. Ne sa qualcosa il Milan che si è visto scaraventare addosso una fucilata di sinistro imprendibile per chiunque. Il problema è che, in questo momento di scarsa forma dei colleghi di reparto, poggiare tutte le proprie speranze su un giovane di 21 anni appare quantomeno azzardato.
Così come occorre parlare con Radunovic. Errore a Bologna, due errori col Milan. Almeno due punti volatilizzati, che avrebbero cambiato di parecchio lo sguardo dedicato alla squadra. La sensazione è che viva con un fantasma alle spalle. Con il timore di fare errori e che questi siano decisivi.
Non c’è stato solo l’uno-due firmato da Okafor e Tomori a mettere in luce le sue difficoltà. È soprattutto nel timing decisionale che la paura del serbo è venuta a galla: nel primo tempo si segnalano anche due uscite sbagliate, “a farfalla” si direbbe, sbrogliate da Dossena.
In questo momento, dunque, i risultati del Cagliari dipendono tanto, troppo, dalle scelte offensive e difensive di due singoli. Non che il resto della squadra si possa sentire assolta. Anzi, è proprio per questo che occorre una maggior presa di responsabilità per tornare alla vittoria. Tutti assieme.
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