Dopo anni di dolore, padre Paolo Contini ha deciso di svelare ciò che portava dentro da tanto. La confessione di un abuso subìto all’età di 14 anni è comparsa su una chat whatsapp che comprende i fedeli di Abbasanta, Norbello e Ghilarza. E ha sorpreso tutti.
“Avevo 14 anni quando l’incubo ebbe inizio e per anni ho dovuto subire inaudite violenze. In seguito alla mia prima denuncia, il pedofilo è stato “condannato” a due o tre mesi da trascorrere in Terra Santa. Al suo ritorno la sua diocesi lo ha promosso parroco di una parrocchia balneare, dove ogni anno transitano migliaia di bambini” ha svelato.
Ha aggiunto che la sua confessione non è una dichiarazione di guerra alla Chiesa, ma alle “cellule cancerogene” che abusano dei bambini. “A breve inizierà un processo giudiziale penale e sicuramente sarò impegnato cuore e anima in questo percorso. Non abbandonerò il servizio alle nostre comunità”.
Qualche ora dopo è giunta una nota dell’Arcidiocesi di Oristano sul caso. “È importante dire che ogni denuncia di abuso e ogni vittima va accolta e ascoltata. Per questo la Chiesa universale e anche l’Arcidiocesi di Oristano si stanno impegnando, attraverso il Servizio Nazionale e quello Diocesano per la tutela dei minori”.
Quindi l’annuncio del processo. “Il Dicastero della Dottrina della Fede ha fatto le sue valutazioni sul caso e sui documenti presentati e ha ritenuto, in prima istanza, di archiviare il caso, sia per il tempo trascorso dai fatti (circa 30 anni) sia per altre considerazioni sulla documentazione. Padre Contini non ha accolto il Decreto del Dicastero e ha valutato non congrue le pene canoniche che sono state date al sacerdote segnalato e ha voluto, come è suo diritto, impugnare la sentenza. La Congregazione ha accolto il suo ricorso e ha deciso di istruire un nuovo processo che verrà celebrato prossimamente in un tribunale indicato”.
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