Ha fatto molto discutere la campagna di comunicazione “Open to meraviglia” lanciata dal Ministero del Turismo, guidato da Daniela Santanché, che dovrebbe promuovere le bellezze culturali, storiche e ambientali del Bel Paese. 

Sono in tanti, infatti, ad aver condiviso sui propri social gli “spot” della propria città che dovrebbero attirare turisti da ognidove, ma che in realtà si sono rivelati piuttosto superficiali e dimentichi di importanti luoghi di interesse. Un autogol che potrebbe ottenere il risultato opposto, generando confusione tra chi sbarca per la prima in Italia.

La promozione della Sardegna

Anche in Sardegna, non è andata benissimo. Nella cartina geografica mostrata sul sito di riferimento, ad esempio, manca un’area di assoluto rilievo quale è l’Ogliastra – tra le cinque blue zone al mondo – e alla provincia di Carbonia viene accorpata anche la zona del Sarrabus, due territori molto diversi per caratteristiche geografiche ma anche tradizioni culturali, culinarie e quant’altro.

Altra dimenticanza, le città di Olbia e Alghero, mete privilegiate da milioni di turisti da tutto il mondo, non foss’altro che per la presenza di due degli scali più importanti in Sardegna.

Le attrazioni della città di Cagliari

Passando a Cagliari, capoluogo sardo, la guida del Ministero del Turismo cita appena “3 luoghi da non perdere”: il Poetto e i suoi locali sulla spiaggia, il quartiere di Castello e la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Nessun accenno agli altri tre quartieri storici di Marina, Stampace e Villanova, ricchi di cultura e storie da raccontare oltre che di locali e luoghi da vivere, come sanno bene i visitatori che ogni anno affollano i vicoli stretti fino a tarda notte.

Tra i “luoghi insoliti” se ne citano due: la necropoli di Tuvixeddu e via Stretta. Un po’ poco per una città che offre invece tanti altri punti di interesse dalla parte più alta a quella più bassa, tra cui anche i musei più gettonati come il Museo Archeologico che racchiude pezzi di storia millenari, la Basilica di San Saturnino o ancora l’Anfiteatro romano.

Anche gli eventi culturali sono ben pochi. Tra questi, manca una delle manifestazioni più importanti non soltanto di Cagliari ma di tutta la Sardegna: la festa di Sant’Efisio, che si tiene ogni primo maggio e accolgono migliaia di fedeli, visitatori e turisti da tutta Italia e non solo.

Pochissime anche le indicazioni culinarie che, oltre alla burrida, non vanno oltre i classici malloreddus e la fregola sarda, dimentincando i piatti di terra e i dolci tipici della tradizione.

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