Il Cammino di Sant’Efisio avrà un proprio logo identitario che contraddistinguerà in modo unico e riconoscibile l’immagine del futuro itinerario dedicato al martire guerriero più venerato della Sardegna.
Il marchio, denominato ‘Il Cammino di Sant’Efisio’, è stato presentato questa mattina a Palazzo Regio dal sindaco metropolitano e di Cagliari Paolo Truzzu e dalla designer e artista cagliaritana Mara Damiani, che lo ha ideato. All’evento hanno preso parte anche i sindaci di Capoterra Beniamino Garau, di Sarroch Angelo Dessì, di Villa San Pietro Marina Madeddu, di Pula Walter Cabasino e il presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone Andrea Loi.
Il logo nasce prendendo spunto dalle simbologie che appartengono all’immaginario collettivo: il simulacro che da oltre 350 anni percorre il tragitto tra la chiesa di Stampace a Cagliari, legata alla prigionia, e quella di Nora legata al martirio; le cromie nei toni del bianco, del rosso e dell’oro che contraddistinguono il simulacro; i gioielli preziosi, tra cui la corona formata da otto elementi decorativi, una collana composta da un fiocco ricco di gemme e da una croce, sovrapposta a un rosario con all’estremità un medaglione la cui forma perimetrale è costituita da otto elementi; il cocchio bianco e dorato dalla pianta a sezione ottagonale.
Il numero otto è dunque l’origine portante del marchio/logo, costituito da un pittogramma di forma circolare iscritto all’interno di un ottagono: otto sono gli elementi perimetrali, sei dei quali collegati alla corona che il santo indossa durante la processione del primo maggio, mentre i due simboli ai vertici inferiore e superiore rappresentano le due chiese legate al percorso, e dunque il passaggio tra il carcere e il martirio, la partenza da Cagliari e l’arrivo a Nora. Al centro, il nono elemento è il pendente del rosario che Efisio indossa durante la processione, un rosone formato da otto raggi che rappresenta la luce.
I colori scelti per il marchio sono il bianco, emblema della purezza della Vergine Maria, il nero, colore non colore da cui tutto si genera e rinasce, l’oro, simbolo di eleganza e sacralità, e infine il rosso, a significare la passione e la dedizione.
Il progetto del Cammino di Sant’Efisio, inserito nell’ambito del Patto per lo Sviluppo della Città Metropolitana, intende individuare un percorso religioso che si inserisca all’interno del progetto di itinerario ciclabile della Regione Sardegna denominato ‘Ciclovia della Sardegna’. Affinché il Cammino di Sant’Efisio possa essere realizzato, è necessario il completamento non solo del progetto regionale ma anche della nuova strada statale 195, in modo da poter destinare alcuni tratti dell’attuale Sulcitana al percorso religioso. Occorre inoltre individuare la modalità più opportune che consentano l’attraversamento della laguna di Santa Gilla.
In attesa che siano portate a termine queste infrastrutture, la Città Metropolitana si è adoperata per promuovere un marchio unico e registrato che possa identificare il Cammino, e ha finanziato delle opere pubbliche coerenti con il progetto nei comuni interessati: il rifacimento della pavimentazione e altri interventi in località La Maddalena spiaggia a Capoterra; la riqualificazione di alcune strade urbane a Villa San Pietro; la messa in sicurezza della chiesa di Sant’Efisio e relative pertinenze a Nora; il restauro dei dipinti di Villa Siotto, la ristrutturazione e messa a norma di Casa Mascia e la sistemazione delle aree antistanti la chiesa di San Giorgio a Sarroch.
“Sono fermamente convinto del valore culturale e turistico che il Cammino può apportare al nostro territorio”, ha detto il sindaco metropolitano Paolo Truzzu. “Una volta che le condizioni infrastrutturali e progettuali lo consentiranno, in primis la possibilità di sfruttare l’attuale tracciato della SS 195, è nostra intenzione richiedere le risorse per realizzarlo. Per quanto riguarda il marchio, il prossimo passaggio sarà quello di scrivere, assieme ai comuni interessati e alle associazioni di categoria, il regolamento che possa consentirne l’uso ai soggetti interessati, sia pubblici che privati. Ma intanto era opportuno lavorare per dare un’immagine coordinata unitaria che possa valorizzare questo attrattore culturale che accomuna parte del territorio metropolitano”.
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