Un pubblico prevalentemente femminile. Persone curiose che ascoltano con attenzione un argomento che quasi ogni giorno occupa molto spazio nei giornali. Un incontro per sensibilizzare le coscienze e aumentare la consapevolezza di quanto sia importante la cultura della donazione. L’ultimo appuntamento del progetto “A scuola con l’Avis” è stato particolarmente partecipato e si è svolto i giorni scorsi al liceo statale Margherita di Castelvì di Sassari. Erano presenti alcuni volontari dell’Avis con il presidente della sezione comunale Serafino Dettori e il dottor Pietro Manca, direttore del centro trasfusionale dell’Aou di Sassari.
«Io sono una vecchia talassemica della Sardegna. Per noi trenta anni fa, non c’era scritta la parola futuro ed eravamo considerati coloro che campano solo 10 anni – ha affermato Piera, volontaria dell’Avis e affetta da talassemia. – Anche oggi facciamo un appello alla donazione. Chi dona fa un gesto nobile e importante perché salva la vita».
La carenza di sangue è ormai diventata un’emergenza quotidiana e sempre più spesso, per tenere alta la bandiera della donazione, ci si rivolge ai giovani che sono un punto di riferimento non solo per il futuro, ma anche per il presente.
«Donare fa del bene a se’ stessi e agli altri. Questa è un’iniziativa in cui vogliamo sensibilizzare sul tema della donazione del sangue, ma anche degli emocomponenti e delle cellule staminali ematopoietiche. Sono sicuro che non ci deluderete, abbiamo necessità di voi e della vostra partecipazione», è l’accorato appello che il dottor Pietro Manca rivolge alle studentesse e agli studenti del liceo cittadino.
Nel corso della mattinata si è sottolineata l’importanza di una donazione volontaria, non remunerata e regolare che possa consentire di disporre di scorte adeguate.
«In Sardegna abbiamo necessità ogni anno di 110 mila unità di globuli rossi ma riusciamo a produrne solamente 80 mila. Vogliamo coinvolgervi in modo che possiate diventare dei donatori periodici. Solo così si potrà provare a raggiungere l’autosufficienza», ha spiegato il direttore del centro trasfusionale.
«Abbiamo accolto l’invito molto volentieri. Io sono un donatore di sangue e credo che ci siano tanti motivi per ascoltare e per essere informati su questa tematica», ha dichiarato Gianfranco Strinna, dirigente scolastico del liceo di viale Enrico Berlinguer.
Si può donare se si ha un tatuaggio o un piercing, se si è fabici o si ha il ciclo mestruale?
Sono solo alcune domande che sono state rivolte nel corso della conferenza e a cui il dottor Manca ha risposto prontamente. «Le persone fabiche possono donare tranquillamente e anche i portatori sani di microcitemia. Si può donare 4 mesi dopo aver fatto un tatuaggio o un piercing. Le donne possono donare due volte l’anno se sono in età fertile. Non possono donare durante il ciclo mestruale, ma finito il ciclo possono donare senza problemi».
Donare è un atto civico di generosità e la generosità spinge le persone a donare.
«Siete nell’età giusta e vi invito a farlo. La donazione sarebbe un bel segno nei confronti della nostra città», ha concluso il dottor Manca.
«Mi auguro che il prossimo 10 maggio ci sia un’importante risposta nella nostra scuola. – Ha sottolineato il dirigente scolastico. – Chi va a donare il sangue è una persona che non ci va per caso, ma ha un’idea precisa dell’essere umano e della società. Chi dona ha una cultura e un’idea di solidarietà».
Appuntamento quindi per il 10 maggio. L’autoemoteca dell’Avis sarà presente di fronte alla scuola e tutte le studentesse e gli studenti potranno prenotarsi per donare il sangue.
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