Quando il Cagliari pareggia su rigore contro l’Ascoli, le telecamere raggiungono Claudio Ranieri in panchina. Ha una smorfia un po’ amara nel volto. Sembra quasi emozionato, con gli occhi che sembrano lasciarsi andare alle lacrime.
La stessa scena si ripete quasi identica dopo il 2-1 siglato da Mancosu. Forse è la tensione che va via, che scivola, dopo un primo tempo certamente non all’altezza di quanto preparato in settimana.
Il Cagliari vince per 4-1, tutti appaiono contenti. Però c’è sempre qualcosa che pizzica. Sono i fischi che hanno accompagnato negli spogliatoi i rossoblù alla fine del primo tempo.
Ranieri era stato chiaro all’arrivo verso i tifosi: supportate la squadra. Sempre. Poi se va male, fischiate. Alla fine però. Cosa che venerdì sera non è accaduta.
“Quei fischi mi hanno fatto male” ha dichiarato nella conferenza post gara. Pensava di aver instaurato un rapporto di fiducia con i tifosi. Ma i fischi e i cori in cui si invitava i giocatori a tirare fuori gli attributi non gli sono andati giù.
“C’è bisogno della gente che soffi alle nostre spalle, non che fischi e critichi appena le cose vanno male, così non mi piace” sono state le sue parole.
La replica è arrivata sul campo con una vittoria straordinaria. Chissà che ora i tifosi non decidano di seguire il tecnico e di fidarsi finalmente.
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