L’incendio divampato ieri mattina nello stabile occupato da migranti in via di Riva di Ponente a Cagliari è di natura dolosa.

L’autore del grave gesto è un uomo di 42 anni di nazionalità senegalese, arrivato da poco nella struttura. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri dopo che lo avevano portato in caserma per sentirlo.

Da quanto si è appreso, l’uomo avrebbe appiccato il rogo per vendicarsi di un altro connazionale con il quale aveva avuto una lite.

La Squadra mobile invece ha denunciato un altro senegalese, un giovane di 24 anni, che ieri mattina aveva aggredito gli agenti  intervenuti sul posto in seguito al vasto incendio.

Nel frattempo il Prefetto di Cagliari, Giuseppe De Matteis, ha convocato d’urgenza un vertice in Prefettura. All’incontro si sono presentati: il questore, il comandante provinciale dei Carabinieri, della Polizia locale e dei Vigili del fuoco ed esponenti del Comune e della Regione.

Al centro dell’incontro non solo la gravità del fatto ma la futura sistemazione dei 40 migranti che dormivano all’interno.

Lo stabile, che è di proprietà della Regione, sarà sequestrato e affidato a un custode. I migranti non potranno quindi più rientrare.

“Era una riunione tecnica di coordinamento – ha affermato all’Ansa il Prefetto – a cui hanno preso parte i rappresentati della Regione, proprietaria dello stabile, e del Comune per l’eventuale interessamento dei servizi sociali. È stata esaminata la genesi del rogo: è partito da dinamiche interne e non da una aggressione esterna”.

“Lo stabile – ha aggiunto il Prefetto – sarà messo in sicurezza appena i Vigili del fuoco completeranno le operazioni di bonifica, la Regione poi chiuderà ogni via d’accesso alla struttura e le forze dell’ordine vigileranno per evitare che qualcuno entri”.

Per quanto riguarda l’accoglienza, “tutti i migranti saranno identificatiha concluso il Prefetto – chi è richiedente asilo e manifesterà la necessità di avere accoglienza sarà preso in carico dalla rete della Prefettura, per gli irregolari invece scatterà l’intimazione a lasciare il territorio nazionale”.

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