Manteniamo viva l’attenzione sui diritti negati e sugli stereotipi che ancora, troppo spesso, limitano la libertà e l’autodeterminazione delle donne. C’è ancora tanta strada da fare verso l’uguaglianza di genere, ma tanti traguardi in termini di diritti, in Italia sono stati raggiunti. Quella di oggi non sia solo una giornata di riflessione, ma anche di orgoglio e consapevolezza. Proprio per questo, oggi, non possiamo dimenticare i diritti negati alle donne nel mondo”. Con queste parole, l’assessore regionale del Lavoro, Ada Lai, ha aperto la conferenza stampa di presentazione delle misure “Donne e lavoro” rivolte a favorire l’occupazione femminile, tenutasi questa mattina nella sala conferenze di “Sa Manifattura”.

“L’assessorato regionale del lavoro è impegnato a sviluppare una rete di welfare capillare – ha annunciato Lai – in grado di alleggerire dalle spalle delle donne il carico dell’assistenza familiare. Con il programma di interventi ‘Donne e lavoro’, che a breve sarà portato all’attenzione della Giunta regionale, vogliamo favorire la piena partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Investire in istruzione, formazione professionale e cultura è una leva fondamentale per colmare il gap di genere”.

I dati sull’occupazione femminile in Italia mostrano come la disoccupazione femminile sia direttamente proporzionale al basso tasso di scolarizzazione. Il tasso di occupazione femminile nel 2022, in Italia è del 50,8 %, pertanto una donna su due lavora. Emerge anche una forte differenza tra Nord e Sud del paese. Nel 2022 in Sardegna il tasso di occupazione delle donne è del 46,5%, in diminuzione dell’1,4% rispetto al 2021. La differenza retributiva tra i generi rappresenta un altro degli elementi più significativi che caratterizzano la presenza femminile nel mercato del lavoro. In particolare, secondo Eurostat, nel 2022 il gender pay gap è stato pari al 13% che, seppur in diminuzione rispetto al 2017 (20,7%), rappresenta un gap rilevante. Il divario retributivo si acuisce ulteriormente con l’aumento delle competenze e della specializzazione, nei settori tipicamente maschili e con livelli retributivi maggiori. Sono donne il 64% degli impiegati, il 58% degli addetti alla vendita e ai servizi alla persona, il 54,8% di coloro che svolgono professioni intellettuali. Sono invece donne solo un quarto dei dirigenti e degli imprenditori e coloro che svolgono professioni tecniche.

L’assessorato regionale del Lavoro scende in campo con un ambizioso pacchetto di misure (Fondi PNRR e comunitari) per conciliare il lavoro con la vita personale e familiare delle lavoratrici. Dai Bonus assunzionali in settori strategici nell’economia regionale, agli incentivi all’imprenditoria femminile e all’autoimpiego, attraverso il ricorso al micro-credito, ai prestiti fiduciari e partecipativi. Dai voucher di conciliazione come contributo economico alle famiglie per la copertura degli oneri della cura e dell’assistenza alle sovvenzioni agli asili nido e ai doposcuola. Non mancano azioni di sostegno al welfare aziendale e territoriale, come gli incentivi ai datori di lavoro che intendano attivare piani di sviluppo organizzativo per l’acquisizione della certificazione della parità di genere. Senza dimenticare gli interventi mirati all’orientamento e alla formazione professionale per sviluppare le competenze necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro e valorizzare il proprio talento.

La conferenza stampa ha avuto anche un intermezzo musicale, e un momento di riflessione e dibattito sulla condizione e i diritti delle donne in Sardegna. In rappresentanza del Consiglio Regionale è intervenuta la consigliera regionale e precedente assessore del lavoro Alessandra Zedda.

“Come assessore del lavoro – aggiunge l’esponente dell’esecutivo Solinas – ritengo importante istituire un premio dedicato a Francesca Sanna Sulis, destinato alle donne che si distinguono nel proprio lavoro in termini di innovazione ed intraprendenza. E soprattutto, non lasciare indietro nessuna – assicura Lai – sono previste, infatti, anche specifiche misure in favore delle donne vittime di violenza o in condizioni di disagio sociale. La grande novità del programma, poi, sono i servizi alla persona e alla famiglia attraverso la formazione professionale di figure particolarmente richieste, come governanti, baby-sitter, caregiver e professionalità riconducibili alla figura nota in Francia come “assistant(e) de vie aux familles”(ADVF). L’auspicio – conclude l’assessore del lavoro – che l’8 marzo accenda un faro di luce per tenere alta l’attenzione sui diritti delle donne per un mondo più giusto ed inclusivo per tutte.”

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