Sardegna all’avanguardia in Italia negli aiuti per i malati di fibromialgia. La Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore alla Sanità Carlo Doria, ha approvato infatto gli indirizzi operativi che disciplinano “L’indennità regionale fibromialgia (IRF)”, una nuova norma approvata nel mese di dicembre dal Consiglio regionale della Sardegna e che recepisce la proposta legge 19 di Fratelli d’Italia a prima firma di Fausto Piga.

“Un via libera che disciplina la procedura che i malati di fibromialgia dovranno seguire per richiedere lo speciale sussidio – spiega Fausto Piga, capogruppo di Fratelli d’Italia – la domanda infatti, dovrà essere presentata durante il mese di aprile unitamente al certificato di diagnosi fibromialgica e l’attestazione ISEE presso il Comune di residenza, con l’ISEE che si renderà necessario solo nel caso di fondi insufficienti a soddisfare tutte le richieste”.

“L’indennità regionale fibromialgia, unica in tutta Italia, è un sostegno economico sperimentale erogato nella forma di contributo a fondo perduto​ monetario​ una tantum,​ senza rendicontazione,​ dell’importo annuo massimo di 800 euro, che secondo le previsioni del comitato censimento malati di fibromialgia dovrebbe riguardare circa 2000 persone – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia – non più solo buoni propositi a parole, ma impegni concreti per provare a fare meglio rispetto al passato sul piano del sostegno economico dei malati fibromialgici, una patologia che non risulta tra le malattie invalidanti riconosciute dall’Inps e nemmeno inserita nei Lea, con la conseguente esclusione dell’esenzione dalla spesa sanitaria per visite, controlli e cure.”

“Questo importante risultato non vuol essere un punto di arrivo ma bensì un punto di partenza – precisa Fausto Piga – intanto perché siamo consapevoli che non saranno certamente 800 euro a cambiare la vita delle persone, ma poi perché il vero obiettivo rimane quello di tenere alta l’attenzione della politica affinché si arrivi in tempi brevi al riconoscimento della fibromialgia nei Lea: il sistema sanitario nazionale deve riconoscere alle persone colpite da questa patologia tutto quello che c’è da riconoscere come già fa per i pazienti di altre gravi malattie garantendo pari dignità”.

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