La scrittrice Iride Peis è la “Donna sarda 2023”. Lo ha deciso il Lions Club Cagliari che ogni anno decreta un personaggio che si è distinto per aver esaltato uno o più aspetti legati alla storia e alla cultura della Sardegna.
“Profondamente grati e orgogliosi per l’instancabile lavoro nel tenere viva la memoria delle lavoratrici e lavoratori delle miniere e di una storia collettiva. Per la passione e amore con cui da sempre si lega agli altri e ai nostri luoghi, generosa com’è lei”, scrive su Facebook l’assessora alla Cultura di Guspini, Francesca Tuveri.
L’autrice, nata a Guspini nel 1940, con trentacinque anni di insegnamento alle spalle, da sempre racconta la Sardegna leggendaria delle janas unita a luoghi realmente esistenti che la stessa ha vissuto fin da giovane.
All’eta di 26 anni, infatti, segue il marito Bruno, medico nella miniera di Montevecchio, e lì prenderà residenza per ben vent’anni. È qui che inizia ad esplorare e conoscere la cultura profonda dell’Isola che racconterà in più occasioni nei suoi romanzi e saggi dedicati soprattutto alle donne di quelle miniere.
Tra tutti, sono ben conosciuti nel panorama culturale-letterario isolano i testi: Donne e uomini nella miniera di Montevecchio (S’Alvure, 1992); La meccanizzazione nelle miniere di Montevecchio (AA.VV., Pezzini, 1992); Gente di miniera (S’Alvure, 2003); Funtanazza (AA.VV., Zonza, 2006); Sardegna: minatori e memoria (Coautrice, Associazione A.MI.ME, 2006); I Direttori della Montevecchio, in lingua sarda (La Gazzetta del Medio Campidano, 2007-2008); Contus de mena – Racconti di Miniera ( Domus de Janas, 2009); Donne e bambine nella miniera di Montevecchio (Pezzini, 2010). Da quest’ultimo libro, tra l’altro, è stata tratta anche il film Il suono della miniera del regista Mario Piredda. L’ultimo libro è Le Janas di Montevecchio (Domus de Janas, 2019), dove ancora una volta si sofferma sulle figure femminili nell’ambiente minerario del sud Sardegna.
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