Tutto pronto a Cheremule, in provincia di Sassari, per la presentazione ufficiale del 2023 del progetto che punta a riconoscere i monumenti significativi preistorici della Sardegna, tra cui le Domus de Janas, come Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il primo dei molti appuntamenti dedicati alla valorizzazione culturale e turistica del territorio che, in questa occasione, si terrà al Parco dei Petroglifi, nella piana di Nurighe, a circa 2 km a sud dal centro di Cheremule.
Il progetto, volto a preservare e valorizzare il patrimonio preistorico delle Domus de Janas, è supportato della Rete dei Comuni delle Domus de Janas, che comprende anche 35 siti candidati e che vede Alghero in qualità di capofila e, dal Cesim (Centro Studi Identità e Memoria), al fine di favorire la candidatura al World Heritage dei monumenti preistorici per il riconoscimento UNESCO.
“Con tanta energia e partecipazione stiamo sostenendo e portando avanti, come amministratori locali, quella che si può considerare, la più grande opportunità nella storia della valorizzazione del nostro sito archeologico: Il parco dei Petroglifi. Il cammino verso l’UNESCO procede! Ringrazio di cuore tutto lo staff tecnico che con passione e competenza si adopera quotidianamente per questo grandioso obiettivo”, commenta la sindaca di Cheremule, Antonella Chessa.
Dello stesso avviso la professoressa Giuseppa Tanda, nonché presidente CeSIM/APS e coordinatrice del progetto: “La nostra Isola conta circa 3.500 Domus de Janas, di cui almeno 250 decorate, come la Tomba Branca che, assieme alle Necropoli di Moseddu, Mattarigozza e Tennero fa parte del bellissimo Parco dei Petroglifi: testimonianze di altissimo valore artistico con rari riscontri. Le domus de Janas sono opere d’arte che rappresentano benissimo lo spirito Unesco e costituiscono l’espressione funeraria e artistica più rilevante del sistema culturale sviluppatosi nell’isola tra la fine del V ed il III millennio a.c. L’attenzione verso questi siti, con la candidatura Unesco, può essere stimolo per la loro salvaguardia e attrarre il mondo verso la nostra identità culturale”.
“I nostri antenati hanno vissuto in queste terre diverse migliaia di anni fa, e il loro modo di vivere e di esprimersi è anche frutto del rapporto profondo con la terra e il paesaggio che li circondava”, dice ancora la dottoressa Maria Giovanna De Martini e socia CeSIM/APS e aggiunge: “Oggi le loro opere sono diventate parte integrante del nostro paesaggio, esattamente come i rilievi vulcanici che costellano questi territori e si alternano ai bianchi calcari da milioni di anni. L’instancabile attività di guide professionali esperte come Gisella Arru e di amministrazioni lungimiranti permette a tutti di “conoscere” tutto questo, stimolando la presa di coscienza di un patrimonio unico quanto universale che siamo chiamati a proteggere e a tramandare a chi verrà dopo di noi”.
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