È morto Giuseppe Picci, l’uomo di 69 anni che l’aprile scorso era stato ferito dal figlio Alberto con un fucile subacqueo a Santa Maria Coghinas.

In corso ulteriori accertamenti della Procura di Sassari che vuole capire se il decesso sia da ricollegare alla brutale aggressione.

Il dramma era avvenuto attorno alle 4,30 del mattino del 27 aprile quando il 47enne, originario di Cagliari, aveva colpito con una fiocina il padre, e con un coltello o con delle forbici la madre, Maria Giovanna Drago, 67 anni, originaria della provincia di Ragusa. Il figlio si sarebbe svegliato e, in stato confusionale, avrebbe aggredito i genitori, forse in preda ad un raptus.

Giuseppe Picci e Maria Giovanna Drago si erano trasferiti a Santa Maria Coghinas (Sassari) da un paio d’anni dopo avere vissuto per lungo tempo a Pieve Emanuele, comune del Milanese.

I due, salvati per miracolo, sono stati sottoposti a un lungo percorso di riabilitazione in una casa di cura specializzata. Il padre aveva affrontato un delicatissimo intervento chirurgico al Santissima Annunziata di Sassari.

Tre settimane fa il giudice per le indagini preliminari, Gianpaolo Piana, ha deciso che l’imputato, accusato di duplice tentato omicidio, verrà giudicato con rito abbreviato. Fissata al prossimo 13 aprile l’udienza per la discussione. Nella stessa seduta era presente anche Alberto Picci, al momento detenuto nel carcere di Bancali.

Dopo l’arresto, il 47enne avrebbe detto nell’udienza di convalida: “Se ho fatto quello che dite, l’ho fatto involontariamente, non è dipeso da me”. In seguito con una perizia si è stabilito che l’uomo è parzialmente incapace di intendere e di volere ed è socialmente pericoloso.

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