“Sulla continuità negata ai Sardi assistiamo quotidianamente al tentativo di strumentalizzazione politica di una battaglia che dovrebbe invece indurre all’unità e alla condivisione di intenti, per il bene della nostra terra”. Così il presidente della Regione Christian Solinas, in risposta alle accuse formulate da esponenti dell’opposizione.
Il presidente ricorda le tappe della corsa per garantire ai sardi il diritto alla mobilità e contemporaneamente permettere alla Sardegna un reale sviluppo economico. “Un percorso testimoniato dalle interlocuzioni continue con l’Europa, e che è la migliore rappresentazione degli sforzi che la Regione ha posto in essere per proteggere e difendere un modello di continuità che si fondi su una tariffa unica o quanto meno protetta per i non residenti, e un dimensionamento proporzionato alle esigenze di mobilità e connettività. Al puntuale riscontro di tutte le osservazioni della Commissione e al continuo interloquire, produrre analisi, report e documentazione (in ultimo lo studio economico e un nuovo progetto di OSP che ha tenuto conto, a seguito delle indagini di mercato, anche delle rotte minori), la Regione Sardegna ha registrato, dall’inizio della Legislatura a oggi, una chiusura da parte della Commissione europea. E questa è una verità inconfutabile”, dice Solinas.
Nonostante la Regione abbia sempre sostenuto la tariffa unica, considerata dall’Europa altamente discutibile per i non residenti, e l’esigenza di un dimensionamento proporzionato ai fabbisogni di mobilità e connettività, la posizione della Commissione europea si è sempre dimostrata rigida: no alla tariffa unica, no all’aumento dei voli.
Con comunicazione del 21 marzo 2019, all’indomani della proclamazione del presidente Solinas, la posizione della Commissione europea risultava già poco incline ad analizzare senza condizionamenti la situazione della Sardegna. I principali aspetti su cui la Commissione richiede di intervenire – si legge nella comunicazione ufficiale – riguardano l’applicazione del ‘cap tariffario’ ai soli residenti in Sardegna e una revisione al ribasso delle frequenze onerate previste nella stagione estiva. I dati presentati dalla Regione non giustificherebbero, infatti, l’imposizione di OSP nell’ampiezza attualmente prevista.
La corrispondenza, da quel momento, è costellata di risposte della Regione alle richieste continue di chiarimento.
“La tariffa unica – si legge in una nota del dicembre 2020 – distorcerà la concorrenza tra i vettori aerei e renderà quasi impossibile (per i vettori in mercato libero) competere e aumentare la loro offerta di servizi aerei in concorrenza con i servizi sulle rotte OSP. Inoltre, comprendiamo (scrive l’Europa) che l’aumento del turismo andrebbe a beneficio dello sviluppo economico della Sardegna, ma d’altro canto una tariffa così preferenziale per i non residenti distorcerebbe anche la concorrenza con altre destinazioni turistiche nell’area del Mediterraneo. Va notato che i residenti potrebbero aver bisogno di viaggiare piuttosto frequentemente sulle rotte interessate, ma di solito non è così per gli altri cittadini dell’UE”. In sostanza, pur ammettendo le specificità della Sardegna, penalizzata dai collegamenti in quanto Isola, la Commissione europea comunque rifiuta di agevolare i sardi nei loro spostamenti.
Successivamente, pur riconoscendo come la Sardegna avesse migliorato il progetto del nuovo schema OSP, l’Europa si dice ancora preoccupata per il possibile uso improprio di OSP su due aspetti: la tariffa massima per i non residenti e il grande incremento della capacità nel periodo estivo (quando il 60-70% dei passeggeri sono non residenti): “In assenza di una forte giustificazione economica – si legge in una nota – il tetto massimo tariffario per i biglietti non residenti per 3 mesi in inverno sembra essere sproporzionato e non necessario in vista dell’obiettivo di garantire la connettività di Sardegna”. Le osservazioni, ancora una volta, non sono rimaste lettera morta. La Regione si è adoperata immediatamente per far comprendere l’importanza delle proprie rivendicazioni per affermare non solo il diritto alla mobilità dei sardi, ma più in generale il diritto all’accessibilità verso l’Isola, che rappresenta un tema di coesione territoriale.
È stato quindi presentato uno studio economico e un nuovo progetto di OSP che ha tenuto conto, a seguito delle indagini di mercato, anche delle rotte cosiddette minori, ma anche in questo caso le interlocuzioni sono state estenuanti e molto difficili.
In seguito alle osservazioni della Commissione europea sono intervenute ulteriori rimodulazioni del progetto di OSP che attualmente è pubblicato sulla GUCE per la assegnazione ai vettori che parteciperanno alla procedura comunitaria con partenza dalla prossima stagione.
“Questa la situazione, dunque, ampiamente documentata – dice il presidente Solinas -. Ogni ricostruzione falsa e faziosa è totalmente smentita dai fatti e dai documenti ed è davvero poco edificante che un parlamentare sardo menta in modo così evidente, accusando altri di un gioco di scaricabarile per tutelare le grigie burocrazie europee contro la sua stessa Regione, pur di conquistare qualche riga di effimera notorietà, anche al prezzo di spezzare la necessaria unità di tutto il popolo sardo in questa vitale battaglia. Sarebbe meglio che provasse a indirizzare meglio la sua sagacia, magari a favore delle ragioni e degli interessi della nostra Isola più che delle sue aspirazioni politiche”.
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