L’offerta è variegata. Si va dal Cammino di Santu Jacu a quello minerario di Santa Barbara. Dal Cammino di San Giorgio a quello di Sant’Efisio da Cagliari a Nora. Fino all’ultimo nato, il Cammino 100 Torri, che percorre in oltre 1200 chilometri il periplo dell’intera Sardegna seguendo il filo delle torri che nei secoli hanno protetto le coste dell’isola dagli invasori venuti dal mare. I “cammini” e le destinazioni di pellegrinaggio, ciò che viene ormai usualmente definito “turismo lento”, sono una forma di offerta turistica che in questo periodo è tornata di moda sulla scorta del rodatissimo cammino di Santiago di Compostela, che ogni anno attira in Spagna centinaia di migliaia di pellegrini da tutto il mondo .
Per questo la Regione Sardegna ha da tempo deciso di puntare su questa importantissima opportunità per provare a destagionalizzare l’offerta turistica, valorizzando le comunità e i territori dell’isola in modo da veicolare valori e identità e offrire ai visitatori una Sardegna più vera e non allineata esclusivamente ai classici cliché balneari.
“La Sardegna è ricca di storie e luoghi poco conosciuti e offre infiniti dettagli che la rendono una destinazione turistica carica di fascino e suggestioni – spiega l’Assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa che ha abbracciato con grande entusiasmo questa sfida -. Il suo inestimabile patrimonio materiale e immateriale rappresenta una condizione fondamentale per realizzare nuove proposte di viaggio. Perciò, la Regione punta con convinzione sul segmento del turismo lento e sostenibile, quello incline alla convivialità, alla sobrietà e alla salvaguardia dei valori più autentici, dove si possono coniugare cultura e spiritualità, senso di comunità e accoglienza. Una proposta articolata capace di offrire un’esperienza unica e indimenticabile, di far convivere la dimensione spirituale con quella culturale, grazie alla ricchezza di tanti centri dell’Isola. La Sardegna – afferma Chessa – punta a diventare protagonista nel turismo lento e sostenibile, raggiungendo, nello scenario nazionale e internazionale, un livello di popolarità tale da sostenere le politiche di destagionalizzazione e di promozione delle zone interne”.
Ovviamente oggi la nostra regione è ancora molto distante dall’organizzazione rodata dei cammini spagnoli, ma ha notevoli potenzialità rappresentate da numerosi percorsi che però non sono ancora ben strutturati e attrezzati.
Dopo la conclusione della manifestazione Noi camminiamo in Sardegna, che lo scorso ottobre si è tenuta a Borutta e ha visto la partecipazione di giornalisti, blogger di viaggio e camminatori di provata esperienza, la Regione – che ha presentato a Milano la seconda edizione dell’evento – si prepara dunque a dare continuità a questo ambizioso progetto.
Il 2023 sarà infatti un anno decisivo per la creazione di un’offerta turistica strutturata che, attraverso i cammini sardi, possa attrarre importanti flussi durante tutto il periodo dell’anno, soprattutto nei periodi di bassa stagione.
Delle prospettive di questo segmento dell’offerta turistica in Sardegna parliamo in questa audio intervista con Renato Tomasi, responsabile del Settore Valorizzazione territoriale e del turismo culturale-religioso e Cammini dell’Assessorato regionale al Turismo.
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