“L’ho uccisa, l’ho uccisa”, aveva ripetuto agli inquirenti Stevan Sajn, il 50enne serbo che domenica a Capoterra ha ucciso a colpi di coltello la moglie 48enne Slobodanka Metusev. L’uomo era stato trovato dagli agenti della polizia locale a Casa Melis, aperta per la commemorazione dei defunti, seduto su un gradino con il coltello ancora in mano.

Sono stati i continui litigi a causare il femminicidio. Sajn condivideva con la moglie, con cui era arrivato a Capoterra quest’estate, una stanza nella casa di accoglienza straordinaria (Cas) per migranti. Ma i due a quanto pare litigavano spesso e avrebbero litigato anche domenica poco prima di mezzogiorno: futili motivi.

Il femminicida, da anni cardiopatico, ha confessato l’omicidio davanti al pm Diana Lecca e all’avvocato difensore d’ufficio. Ma durante l’interrogatorio in cui spiegava l’accaduto si è sentito male ed è stato trasferito al Policlinico “Casula” di Monserrato per degli accertamenti. Da ieri mattina è rinchiuso nel carcere di Uta.

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