“Il Consiglio regionale interverrà già da mercoledì prossimo con un provvedimento ad hoc ed una procedura accelerata per recepire le priorità indicate dai pastori”. Lo ha comunicato il presidente del Consiglio Michele Pais al termine del lungo incontro con una delegazione di pastori che questa mattina hanno manifestato davanti alla sede dell’Assemblea regionale di via Roma.
La riunione del Consiglio sarà preceduta martedì da una seduta della commissione Agricoltura, alla presenza dell’assessore Gabriella Murgia, di una delegazione ristretta di pastori e delle associazioni di categoria, nella quale verrà messo a punto un testo-base, saranno effettuate una serie di verifiche riguardanti le risorse già stanziate ma non ancora assegnate (pari a circa 20 milioni) ed ulteriori fondi eventualmente disponibili, e saranno valutati sia l’accesso agli interventi de minimis che gli elementi di un possibile ricorso finalizzato alla modifica del piano strategico nazionale dell’agricoltura che poi confluirà nella nuova Pac dell’Unione europea per il ciclo 2023-2027.
I pastori, che hanno consegnato alla commissione un documento dettagliato con tutti i riferimenti normativi ed economici che hanno accompagnato fin dallo scorso febbraio il dibattito sulla nuova Pac e l’azione delle istituzioni europee, nazionali e regionali, hanno rivolto dure critiche alla Regione perché, a loro giudizio, la Sardegna non è stata adeguatamente difesa ed è stata fortemente penalizzata, perdendo risorse per oltre 115 milioni nel quinquennio 2023-2027 a favore di Regioni molto più ricche come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Uno squilibrio che va assolutamente colmato, ha sostenuto il portavoce dei pastori Nenneddu Sanna di Orune, nell’interesse di tutta la Sardegna perchè, “senza i pastori nei nostri paesi finisce tutto”.
“Le nostre richieste”, ha aggiunto Fabio Pisu, “sono fra l’altro coerenti con la strategia dell’Unione europea che, con la nuova Pac, voleva favorire la crescita delle zone disagiate senza lasciare indietro le persone che stanno in campagna; una strategia importante soprattutto per la Sardegna dove si fa una agricoltura ecosostenibile attenta alla salvaguardia delle bio–diversità, anche in aziende di piccole dimensioni adatte alle condizioni locali”.
“Il Piano strategico nazionale deve quindi essere cambiato”, ha aggiunto, “perché lascia fuori il settore ovi-caprino (che in Sardegna supera i 3 milioni di capi), appesantisce burocrazia e procedure, penalizza i giovani, esclude i produttori dalla programmazione e trascura le opportunità degli investimenti de minimis che avrebbero potuto attenuare le conseguenze sul comparto della guerra Russia-Ucraina: impennata dei costi energetici, aumenti di concimi, mangimi e carburanti”.
Le proteste dei pastori sono state poi rilanciate dal presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana perché, ha specificato, “la crisi del mondo pastorale sardo tocca direttamente i Comuni”. Secondo Deiana “la piattaforma dei pastori va recepita allargando alle loro rappresentanze i tavoli di partenariato ed individuando le possibili compensazioni perché i gravi problemi di un settore primario come l’agricoltura rischiano di travolgere gli altri settori produttivi e le nostre stesse comunità”. Il presidente di Anci ha infine sollecitato “un confronto serrato con le istituzioni regionali sul tema dei costi energetici al quale si potrebbero trovare risposte nuove attingendo ad un probabile extra gettito delle aziende produttrici”.
Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it