Notizie Cagliari Gli ex rappresentanti degli studenti: “Non è la prima volta che succede”

Gli ex rappresentanti degli studenti: “Non è la prima volta che succede”

Negli anni son stati tanti gli appelli a maggiori controlli delle strutture universitarie: soltanto nel 2015 crollò il contro-soffitto della casa degli studenti di via Trentino

Il crollo dell’edificio di via Trentino, dove soltanto qualche ora prima si trovavano gli studenti della facoltà di Lingue per seguire le lezioni del nuovo anno accademico, non stupisce chi si è occupato per diversi anni di denunciare le “storture” presenti all’Università di Cagliari. Tanti gli appelli a maggiori controlli delle strutture frequentate ogni giorno da migliaia di studenti.

“Era marzo 2015 quando crollò il contro-soffitto dell’ingresso della casa dello studente di via Trentino”, racconta sul suo profilo Facebook l’ex consigliere nazionale degli studenti universitari Francesco Pitirra. “Ieri sera un’intera aula – prosegue -, mentre poco prima studenti, docenti e personale svolgevano la loro naturale attività. Oggi come allora la sensazione è che i continui richiami ad un’attenzione particolare per le condizioni in cui versano numerosi stabili frequentati da chi vive quotidianamente l’Università siano caduti nel vuoto”.

“Di naturale è rimasto solo ciò che è innaturale: la paura di non sentirsi al sicuro all’interno dell’Ateneo”, conclude Pitirra.

Dello stesso avviso anche l’ex coordinatore di Reset UniCa, Francesco Piseddu: Sin da quando abbiamo fondato Reset UniCa abbiamo avuto numerose interlocuzioni con le istituzioni universitarie relativamente alle carenze degli edifici dell’Ateneo – io per primo più d’una per quanto concerne la Cittadella – e posso garantire che i danni alle strutture non riguardano soltanto quelle della Facoltà di Studi Umanistici”.

“Ce li ricordiamo ancora i crolli dei controsoffitti e delle finestre nelle mense universitarie – prosegue Piseddu – il tubo che per pochi secondi non cadeva in testa a chi passava per il blocco D2 a Monserrato, gli allagamenti frequenti delle biblioteche che ne hanno costretto la chiusura”. “Vogliamo sapere con esattezza cosa sia successo e vogliamo la certezza che gli altri luoghi in cui quotidianamente studiamo siano in sicurezza. Vedremo chi si prenderà la responsabilità di darci risposte”.

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