È stata un’aggressione improvvisa quella di un detenuto entrato nel carcere di Bancali, a Sassari, da pochi giorni che ha inizialmente sferrato un pugno ad un suo compagno di camera e poi una volta a terra lo ha colpito ripetutamente con un sgabello procurandogli delle enormi ferite alla testa. A renderlo noto la segreteria regionale della UIL PA Polizia Penitenziaria della Sardegna.
Gli agenti sono intervenuti subito bloccando l’aggressore ed il medico, considerata la gravità delle ferite, ha disposto l’immediato ricovero dell’aggredito in un ospedale esterno. Dopo ore di agonia l’epilogo tragico, dall’ospedale è arrivata infatti la comunicazione del decesso.
“In Sardegna – scrivono i rappresentanti regionali di UIL PA Polizia Penitenziaria – continuiamo a denunciare l’emergenza del sistema penitenziario, l’istituto di Sassari considerato di primo livello continua a non avere un direttore ed un comandante in pianta stabile malgrado siano presenti circa 500 detenuti appartenenti ai vari circuiti, compresi quelli al “41 bis”. La carenza organica interessa tutti i ruoli e ricade sulle unità di Polizia Penitenziaria in servizio, costrette a sobbarcarsi le inadempienze dei vertici di un Amministrazione che continuiamo a definire fallimentare”.
“In Sardegna ancora – proseguono – non è stato inviato un provveditore, tre direttori titolari si dividono i 10 itituti, complessi e diversi tra loro per esigenze e per tipologia e tutto questo nell’indifferenza colpevole del dipartimento, del ministro e della politica. Sino a quando non arriveranno interventi concreti il rischio di eventi critici drammatici eè sempre attuale, non si può continuare in questo modo. Al personale presente durante l’aggressione vogliamo esprimere la nostra vicinanza , sono episodi che segnano e rimangono impressi, dispiace che in un paese che si reputa civile possano ancora avvenire eventi del genere. Ci preoccupa e non poco il silenzio del capo del dipartimento e del ministro della Giustizia ma di tutte le istituzioni nei confronti delle problematiche del distretto, forse sarebbe il caso si dimettessero anzitempo nella speranza possano subentrare delle figure che abbiano il coraggio di mettere in atto iniziative concrete”.
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