“La sanità è in crisi in tutta la Sardegna. Si tratta di un fatto ormai innegabile che viene denunciato quotidianamente dalle associazioni di pazienti, dagli operatori sanitari, dai sindacati e dai rappresentanti di tutte le forze politiche, maggioranza compresa. In un momento come questo da cittadini ci si augurerebbe che chi ha il dovere di governare l’isola prendesse seriamente in considerazione queste segnalazioni”. Così il gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale replica alle dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu sullo stato della sanità isolana. “La risposta di chi dirige la sanità regionale è invece la difesa d’ufficio ad uso e consumo della campagna elettorale appena iniziata – si legge in una nota -. Le dichiarazioni rilasciate in questi giorni secondo cui il nostro sistema sanitario sarebbe in netto miglioramento sono grottesche. Se non ci fosse in gioco la salute di tutti ci sarebbe da ridere per il modo sgraziato e ridicolo con cui si attua la tecnica del ribaltamento della realtà secondo cui i medici che denunciano le imperizie e gli errori diventano i veri colpevoli”.
“È imbarazzante per le istituzioni regionali leggere che ancora una volta non ci sia chiarezza sui dati che descrivono lo stato di funzionamento della sanità regionale. Ancora più sgradevole è il tono sprezzante con cui oggi l’assessore mortifica le associazioni di rappresentanza dei medici dichiarando numeri che non trovano corrispondenza nella realtà. Se è vero, come dice, che i medici sono aumentati, come è possibile che buona parte dei Pronto Soccorso dell’isola siano stati chiusi e quelli ancora aperti, soprattutto a Sassari e a Cagliari, non riescano ad accogliere dignitosamente i pazienti perché carenti di personale per curarli? Come’ è possibile che all’ARNAS Brotzu di Cagliari siano bloccati i ricoveri in buona parte dei reparti? In una nota interna diffusa ieri si comunica la totale assenza di posti letto nei reparti di medicina d’urgenza, medicina generale, gastroenterologia e nei due reparti di ortopedia e traumatologia. Una situazione che denota una situazione ormai fuori controllo. E non si tratta di un caso circoscritto. Prendiamo ad esempio i reparti di ortopedia e traumatologia: da Olbia a Nuoro, da Oristano fino al Sud Sardegna, non è possibile trovare un posto letto disponibile anche a causa dei ritardi nel portare a termine operazioni di routine. E, ancora, in che modo si può giustificare la crisi dei centri trasfusionali che rende la vita impossibile ai talassemici e ritarda operazioni chirurgiche anche urgenti?
“Su questi e su altri temi il tempo dedicato da chi oggi governa per la ricerca di scuse, alibi e capri espiatori è di gran lunga superiore rispetto al tempo utilizzato per trovare soluzioni – scrivono i Progressisti -. È chiaro, a fronte di questi dati, come il racconto di chi oggi amministra la Regione faccia a pugni con la realtà amara dei fatti. L’Assessore e il suo Presidente, sempre impegnato in altri luoghi e su altri temi, farebbero meglio a evitare la mistificazione della realtà e la polemica costante con chi invece meriterebbe ascolto. In particolare, con le organizzazioni dei lavoratori della sanità che, unanimemente ormai, chiedono un cambio di passo prima che il tracollo sia irreversibile. Serve un esame serio ed è urgente che questo venga portato alla discussione del Consiglio regionale. L’Assessore presenti i dati e faccia chiarezza sulle cifre reali del personale sanitario in servizio. Presenti in Consiglio regionale un esame dettagliato e adeguato sullo stato della sanità e del suo personale. O in alternativa presenti le sue dimissioni: non è giusto che la sanità sarda, dopo questi anni difficile, debba sopportare anche il peso della loro campagna elettorale.”
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